Alitalia Air France, l’opzione dell’acquisto

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PARIGI — Air France-Klm prende tempo. Nel giorno in cui il ministro dei Trasporti italiano Maurizio Lupi ha preso posizione spingendo per la soluzione franco-olandese alla crisi Alitalia — «Non ci sono preclusioni del governo a un passaggio di Air France-Klm dal 25% al 50%» —, il consiglio di amministrazione della compagnia riunito a Parigi fino a tarda sera non è riuscito ad arrivare a una decisione, bloccato dalla divisione al suo interno tra favorevoli e contrari a un aumento dell’impegno nella compagnia italiana.
I più scettici sono gli olandesi di Klm, che preferirebbero investire risorse in mercati emergenti e non in una compagnia del Sud Europa appesantita da un miliardo di debiti, oltretutto in una fase che vede Air France-Klm già impegnata duramente a ridurre il debito proprio (è stato appena annunciato un nuovo piano di riduzione di 2800 posti di lavoro con partenze volontarie). E anche il presidente francese del gruppo, Alexandre de Juniac, è molto meno entusiasta di un avvicinamento ulteriore con Alitalia rispetto al predecessore Jean-Cyril Spinetta, che ha lasciato la compagnia il primo luglio scorso e che era stato il grande fautore della fusione.
Alla fine di una lunga riunione cominciata alle 18 di ieri, il comunicato dell’azienda è molto stringato: «Il Consiglio di amministrazione di Air France-Klm riunito il 23 settembre è stato informato della situazione di Alitalia per come è percepita dalla direzione generale del gruppo. Il Consiglio ha considerato indispensabile ricevere le informazioni che dovrebbero essere fornite dalla direzione generale di Alitalia, in occasione della riunione del prossimo consiglio di amministrazione della compagnia italiana». Giovedì 26 diventa quindi un giorno chiave: si riunisce il board di Alitalia, e il ministro italiano Lupi incontra a Parigi il collega francese Frédéric Cuvillier per parlare appunto del destino della compagnia aerea (e della Tav Torino-Lione).
Ieri Lupi ha anticipato che chiederà a Cuvillier garanzie sul fatto che «vengano salvaguardati la valorizzazione del nostro hub, i livelli produttivi e un continuo sviluppo del settore aeroportuale italiano». «Air France deve dimostrare con i fatti se ritiene strategica la compagnia di bandiera Alitalia —ha aggiunto Lupi —. Se ritiene che l’Italia non sia, soltanto, un posto dove prelevare domanda per spostarla a Parigi ma sia, invece, un posto, come è stato fatto con Klm, di aggressione complessiva del mercato mondiale».
Ma è soprattutto Air France-Klm a dare l’impressione di volerci veder chiaro prima di spendere quei 150 milioni di euro che potrebbero bastarle per prendere il controllo e che assieme ad altri 150 magari forniti dalle banche sono immediatamente necessari a Alitalia per continuare a funzionare (nel 2008 Parigi era pronta a pagare tre miliardi di euro per la fusione, ma l’offerta fu respinta in nome dell’«italianità» della compagnia).
Air France-Klm vuole in sostanza che sia l’Italia a farsi carico del miliardo di passivo di Alitalia: una salita nel capitale al 50% le permetterebbe di assumere la guida dell’azienda senza essere costretta a consolidare il debito. Parigi sa bene che Roma per il momento non dispone di soluzioni alternative: nei mesi scorsi Aeroflot, Qatar Airways e Etihad hanno tutte rinunciato a presentare un’offerta e tra solo un mese, il 28 ottobre, scade il patto che finora ha impedito agli azionisti italiani di vendere le loro quote.
Alitalia fa meno gola di un tempo, a causa dei debiti ma anche della difficile situazione di mercato: l’azienda italiana è stretta fra le compagnie aeree low cost e i treni ad alta velocità sulla rotta Roma-Milano, quella che a lungo le ha garantito i maggiori introiti.
Air France-Klm ha rinviato al 2014 il ritorno all’equilibrio prima previsto per il 2013, sta riducendo la sua flotta a medio raggio e ha deciso di rinunciare prima del tempo ai Boeing 747 nella speranza di contenere i costi. L’eventuale decisione di investire in Italia è difficile anche da un punto di vista politico e sindacale, nel momento in cui quasi 3000 persone sono chiamate a lasciare l’azienda franco-olandese.
I giochi sono ancora aperti, Air France-Klm potrebbe comunque scegliere di rafforzarsi in Alitalia per non perdere l’importante bacino di viaggiatori del Nord Italia. Ma lo farà alle sue condizioni.
Stefano Montefiori


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