Alauiti, drusi, maroniti, sciiti e sunniti: l’alfabeto delle fedi

by Sergio Segio | 2 Settembre 2013 7:00

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Sunniti
Sono la maggioranza dei musulmani nel mondo (90%) e anche in Siria, ma minoranza in Iraq e Libano e quasi del tutto assenti in Iran. Morto Maometto, seguirono l’autorità politica dei califfi accordando autorità religiosa alla comunità nel suo complesso. Sono divisi in quattro scuole giuridiche ed è all’interno del sunnismo che è nato radicalismo e jihadismo contemporanei.
Sciiti
L’islam cosiddetto sciita è a sua volta un insieme di varie tendenze e sette. Tutte sostengono che l’unico legittimo successore di Maometto fosse il genero Ali e i suoi discendenti. Lo sciismo è poi suddiviso in una miriade di movimenti per questioni di successione e anche per il significato religioso dato ai successori di Maometto e Ali. Lo sciismo imamita, quello dell’Iran e dell’Iraq, è divenuto oggi il più importante e diffuso nel mondo islamico ma ha radici storiche nelle montagne del Libano, dove oggi prospera Hezbollah. Gli sciiti nel loro complesso lamentano un destino storico di persecuzioni e sofferenze, nel desiderio di una rivincita storica.
Alauiti
Le montagne tra Siria e Libano sono state il rifugio di alcune forme particolari di sciismo. Gli Alauiti, detti anche Nusayri, nacquero nel X secolo d.C. Benché si considerino sciiti imamiti se ne distinguono per un credo che ha raccolto in passato disprezzo e persino scomunica da parte di tutti gli altri musulmani. Considerano semi-divino l’imam Ali, sono sotto molti aspetti un gruppo esoterico e iniziatico, e con pratiche di culto in odor di sincretismo, tra cui rientra anche la reincarnazione. La famiglia Assad in Siria ha lavorato in questi decenni per far riavvicinare i correligionari alauiti alle pratiche islamiche tradizionali e deve a Hezbollah una fatwa che ne asserisce la piena islamicità.
Drusi
Sorti nel X secolo in Egitto, devono il nome a un predicatore, al-Darazi, che sosteneva la divinità del sovrano fatimide egiziano al-Hakim. Perseguitati dai sunniti in Egitto trovarono quindi rifugio in Libano e Siria, le cui montagne permisero la sopravvivenza loro e di un credo non meno particolare: sono una setta chiusa, che non fa proselitismo, esoterica con una cerchia di iniziati e che crede nella trasmigrazione delle anime. La loro partecipazione alle vicende siriane e libanesi degli ultimi decenni li ha spesso separati e posti su posizioni opposte. Lo stesso è accaduto ai poco più di centomila drusi israeliani che partecipano alla vita politica dello Stato ebraico.
Maroniti
Pur mantenendo riti e liturgia orientali i maroniti sono cristiani cattolici, che hanno sempre mantenuto stretti rapporti con il cattolicesimo latino e Roma. Devono il loro nome all’eremita san Marone (350-433). Anche se la diaspora li ha ridotti, i maroniti sono una presenza importante in Libano, dove sono circa il 30% della popolazione e hanno da sempre un ruolo politico attivo e importante. La crescita degli sciiti li sta lentamente marginalizzando e mettendo in discussione.
Altre comunità cristiane
Grande è la frammentazione dei cristiani tra Libano e Siria, dove vi sono non meno di una decina di comunità, oltre a quella maronita. In Siria, in particolare, dove ne vivono poco più di un milione, si va dal mezzo milione circa di greco-ortodossi, ai greco-cattolici o melchiti, armeni ortodossi, siro-ortodossi o giacobiti, etc., fino ai diecimila protestanti. L’emigrazione sta progressivamente riducendo tutte queste comunità storiche.

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