by Sergio Segio | 23 Settembre 2013 6:01
BRUXELLES — Alle 19 di ieri sera l’Athener Zeitung , quotidiano online della capitale ellenica diffuso in lingua tedesca, titolava: «La Merkel torna a minacciare i finanziamenti alla Grecia». I primi exit-poll promettevano la maggioranza assoluta alla cancelliera. E quel titolo, vero o no che fosse, riassumeva anche una domanda sospesa sulle capitali europee: «Mutti», «Mammina», la prima donna a dirigere la Germania, sarà anche la prima a dirigere l’Europa? Dopo un risultato così, la domanda è giustificata. E qualche risposta già arriva, anche se indiretta. Per esempio François Hollande, presidente socialista della Francia, primo fra tutti i leader a congratularsi con la vincitrice, l’ha anche invitata a Parigi e ha rilevato che «continua la nostra stretta collaborazione»: ma siccome la cancelliera ha sfiorato la maggioranza assoluta nel suo Paese, e invece Hollande nel suo sta per battere il record storico di impopolarità del predecessore François Mitterrand, fra la Tour Eiffel e la Porta di Brandeburgo resta la vecchia ombra di uno squilibrio.
Bruxelles, comunque, prende atto di quel che già sapeva, e cioè che anche per la Ue come per la Germania la lezione Merkel degli ultimi anni non è stata un esperimento. Anzi. Dice infatti Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio della Ue: «Ho fiducia nel fatto che la Germania, con il suo nuovo governo, perseguirà il suo impegno e il suo contributo alla costruzione di un’Europa pacifica e prospera al servizio di tutti i suoi cittadini». «Risultato fantastico», è invece il commento di Martin Schulz, socialista, presidente del Parlamento europeo. Dall’Italia, l’ex premier e leader di Scelta civica Mario Monti si augura: «Una grande coalizione può favorire la Ue per la crescita». Concorda con lui, seppure da una prospettiva molto diversa, Hannes Swoboda, austriaco, presidente del gruppo dei Socialisti e democratici nel Parlamento Europeo: «Adesso, solo una grande coalizione può portare stabilità. La Germania, la più grande nazione ed economia d’Europa, ha sofferto sotto il governo liberal-conservatore degli ultimi 4 anni…». Il timore è dunque che una Merkel sola al comando possa alzare di più il tiro. Più o meno gli stessi timori si registrano anche in Portogallo, Paese che dal 2011 è sotto assistenza finanziaria della Ue (e cioè in gran parte della Germania). Intanto ad Atene proprio oggi ritorna la Trojka, la commissione mista Ue-Bce-Fondo monetario, per discutere altri tagli ai bilanci. Gli animi sono eccitati anche per i recenti commenti del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble che ha definito «un errore» mettersi a discutere dei nuovi aiuti alla Grecia a ridosso delle elezioni tedesche.
Luigi Offeddu
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