«Dalle urne esce un messaggio positivo Vincono i favorevoli alla moneta unica»
Risponde con una punta di ottimismo Marcel Fratzscher, 42enne, docente di economia all’Università Humboldt di Berlino e dal febbraio di quest’anno alla guida dell’istituto economico Diw, think-tank e consulente del governo guidato da Angela Merkel. Recentemente, insieme a docenti europei — fra cui Francesco Giavazzi — Fratzscher ha lanciato un appello per superare le tendenze nazionali nell’Eurozona.
Come mai anche personalità illustri si sono schierate dalla parte degli euroscettici?
«Hanno paura che la Germania possa essere “tirata giù” dalla crisi, in quanto per ora l’economia tedesca va bene, non è stata praticamente intaccata dalla crisi e quindi si teme che una messa in comune dei debiti porti a costi incalcolabili».
Invece ?
«Il governo federale ha riconosciuto che la Germania deve venire in aiuto, per superare la crisi con crediti e garanzie, anche perché è nell’interesse economico del Paese mantenere stabile l’euro e l’economia, proseguendo con il sostegno, anche su base bilaterale, dei Paesi più in difficoltà. Siamo tutti nella stessa barca e la Germania ha approfittato enormemente dell’euro, come tutta l’Eurozona».
Perché si parla di Grecia ma in realtà molti in Germania temono per la stabilità dell’Italia e della Francia?
«È vero, c’è grande preoccupazione per Italia, Francia e Spagna, e sulla prosecuzione delle riforme e del consolidamento dei conti pubblici, perché la Grecia è piccola, ma senza l’Italia nell’euro si scatenerebbe una grande depressione, anche in Germania».
Ma queste tensioni potrebbero attenuarsi?
«Vediamo un notevole miglioramento della situazione nell’eurozona, con una crescita economica positiva nella seconda metà del 2013 e nel corso del 2014, anche per l’Italia, che ha imboccato la giusta direzione, anche in quanto a riforme, come del resto hanno fatto quasi tutti gli altri Paesi».
Ma quanto è costato il sostegno ai Paesi periferici?
«Finora l’onere per la Germania è stato modesto. L’aiuto è consistito soprattutto in crediti e garanzie concesse (80 miliardi alla sola Grecia). Ma questi ultimi potrebbero tramutarsi in forti perdite, se ad esempio la Grecia uscisse dall’euro. Per questo è nell’interesse della Germania essere solidale».
Quanto ha speso la Germania per le banche tedesche?
«Finora i costi sono stati molto elevati, intorno ai 300 miliardi, circa il 20% del Pil. Ma sono da imputare a errori di gestione e di investimento, non alla crisi europea».
E se gli euroscettici entrassero nel Bundestag?
«Modificherebbe tutta la discussione dei partiti sull’euro, ributtandola indietro nel tempo».
Viceversa?
«Ci si potrebbe concentrare sul futuro, sulla questione di quali riforme introdurre per rafforzare la zona dell’euro, anche di fronte a queste spinte nazionali che stanno sorgendo in tutta Europa e che preoccupano considerevolmente».
Marika De Feo
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