by Sergio Segio | 12 Settembre 2013 16:01
Lo leggo dopo TORINO – Il gruppo Riva ha confermato. Tutti gli stabilimenti si fermano oggi. La comunicazione in una nota: “siamo costretti a cessare tutte le attività” in Italia esterne al perimetro dell’Ilva. Riva Acciaio ha fatto sapere che si fermeranno anche gli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). “Tali attività – sottolinea la nota – non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto”. Il provvedimento interessa complessivamente 1.500 addetti negli stabilimenti che da domani saranno “messi in libertà”. Sono i lavoratori impiegati nelle 13 società dell’azienda dopo il sequestro conservativo di 916 milioni di euro (tra cui 71 milioni di azioni Alitalia[1]) eseguito ieri dalla guardia di finanza di Taranto[2].Di fronte lo stabilimento che la società ha a Lesegno, in provincia di Cuneo, i 250 lavoratori hanno organizzato una manifestazione[3]. I sindacati hanno indetto due assemblee, alle 17 e alle 22, per discutere le prossime mosse con le tute blu dell’acciaieria di Lesegno. Il clima è già piuttosto infuocato: “La famiglia Riva, messa alle strette, scarica sui lavoratori tutte le responsabilità. È un atteggiamento incivile”, ha commenta Barbara Tibaldi, una lavoratrice.”L’errore è stato arrivare a questo punto: in quanto bisognava prevenire il crearsi di questa situazione e trovare un’altra via d’uscita che garantisse il proseguimento dell’attività e salvaguardasse l’occupazione”, ha detto il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi. Per la presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, “in questo Paese è ormai impossibile fare impresa”.
PROCESSO ILVA[4] – DOSSIER[5]I 1500 lavoratori sono personale dislocato su tutto il territorio nazionale che si occupa di trasformazione dell’acciaio e logistica. A Taranto[6], l’unica società interessata sarebbe ‘Taranto Energia’, che conta 114 dipendenti. L’azienda ha già convocato per domani i sindacati di categoria, sembra prospettando problemi per il pagamento degli stipendi.”La decisione – afferma la società -, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività”.”Riva Acciaio impugnerà naturalmente nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell’azienda – conclude l’azienda -, in lesione della sua autonomia giuridica, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali”. La diffida di Fim Cisl. “La Fim Cisl ritiene che questo è l’ennesimo epilogo, di cui a farne le spese sono i lavoratori. Diffidiamo l’azienda – ha detto il segretario nazionale Fim Cisl, Marco Bentivogli- ad avviare la messa in libertà dei lavoratori e la invitiamo a ricorrere immediatamente all’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Invitiamo altresì la Procura in tempi rapidi a scorporare dal provvedimento di confisca tutto ciò che impedisce la normale prosecuzione dell’attività produttiva e lavorativa. Non accetteremo questa ennesima beffa – ha concluso – ai danni dei lavoratori che non hanno nessuna responsabilità”.Uilm nazionale. “E’ la diretta conseguenza del sequestro preventivo per l’ammontare di 916 milioni di euro attuato ieri dalla guardia di finanza di beni immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie del gruppo siderurgico in questione. Ancora una volta le iniziative disposte dagli uffici del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto determinano una ripercussione negativa sulla produzione siderurgica nazionale e sugli approvvigionamenti d’acciaio utili alle imprese manifatturiere italiane ed estere”.
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