Decadenza, salta subito la «tregua» Sui tempi duello tra alleati

by Sergio Segio | 12 Settembre 2013 7:43

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ROMA — Al Senato, nelle stesse ore, la crisi che molti ormai vedono dietro l’angolo ha avuto due ribalte. Quella dell’ennesimo scontro tra Pd e Pdl sui tempi della decadenza di Silvio Berlusconi e quella di un duro richiamo alla realtà da parte del presidente del Consiglio: «L’instabilità costa miliardi al Paese», ha infatti detto Enrico Letta in Aula durante la sua relazione sul G20 di San Pietroburgo.
La tregua apparente, dunque, è durata lo spazio di un mattino. Dopo l’accordo sulla procedura raggiunto l’altra notte nella giunta delle Elezioni — l’organismo che deve decidere sulla convalida o sulla decadenza di Silvio Berlusconi condannato a 4 anni per frode fiscale — gli animi si sono nuovamente accesi nell’ufficio di presidenza che avrebbe dovuto stilare il calendario delle sedute. Pd e Pdl non comunicano più: i democratici (incalzati dal M5S) hanno chiesto che il voto sulla relazione di Andrea Augello del Pdl (convalida dell’elezione di Berlusconi) venisse votata entro questa settimana, mostrando però di tollerare uno slittamento fino a lunedì o martedì della prossima settimana. Proposta, quest’ultima, condivisa da Bendetto Della Vedova di Scelta civica che già tanto si era speso per costruire il lodo capace di mettere tutti d’accordo sulla formulazione del dispositivo della relazione Augello.
Il socialista Enrico Buemi, per protesta, ha lasciato in anticipo i lavori della giunta: «Io viaggio con la mia sola coscienza e i diktat non li accetto, nemmeno se provengono dalla mia parte». E il Pdl ha ritenuto quella del Pd e di Sc un’«accelerazione» chiedendo due settimane di tempo per discutere la relazione Augello. Dunque, nulla da fare: senza unanimità la proposta del calendario rimbalza nel plenum della giunta che si riunisce oggi pomeriggio in un clima di nuovo incandescente. Il presidente Dario Stefano, comunque, è convinto che fino ad ora non sia stato perso un solo minuto: «C’è una procedura da rispettare, andremo al voto in Aula tra 15 giorni».
La data che conta, però, è quella del primo voto in giunta che il Pdl potrebbe trasformare nel detonatore che innesca la crisi di governo. Per questo sono arrivate forti e chiare le parole pronunciate dal presidente Letta nell’aula del Senato: «Il costo dell’instabilità è pesante, per i cittadini e le imprese. Rischiamo di vanificare i sacrifici».
Ma nelle stanze della giunta si sta consumando inesorabilmente il rapporto che lega i due partiti maggiori della maggioranza di governo. «Ci siamo detti disponibili a chiudere i nostri lavori lunedì 16 o martedì 17 indicando tempi congrui per la discussione generale sulla relazione del senatore Augello», ha detto il capogruppo Giuseppe Cucca. Tutto questo, per Mario Ferrara, capogruppo di Gal che praticamente è una costola del Pdl, «è un rapido, immediato, repentino cambiamento di idea che definirei la schizofrenia del Pd». Oggi è un’altra giornata di battaglia alla quale non si sa se seguirà un’altra debole tregua».
Dino Martirano

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