In Italia 4 mila suicidi l’anno. La metà poteva essere aiutata

by Sergio Segio | 10 Settembre 2013 17:28

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ROMA – Sono circa quattromila le persone che ogni anno in Italia decidono di togliersi la vita. Ma la metà  poteva essere aiutata a cambiare idea. Lo ha sottolineato Paolo Girardi, professore di Psichiatria all’università La Sapienza di Roma in occasione della Giornata mondiale della prevenzione del suicidio, che si svolge oggi con l’obiettivo di sensibilizzare su questo tema. Di coloro che pensano di compiere il gesto, infatti, uno su nove va fino in fondo. Si tratta in maggioranza di uomini (il rapporto è di tre a uno rispetto alle donne) di 40/45 anni, ma molti casi si verificano anche tra gli adolescenti e nella terza età. Il fenomeno è in aumento negli ultimi anni soprattutto nella fascia lavorativa dei 25-64 anni (+ 12 per cento nel 2009-2010 rispetto al 2006), per problemi legati alla crisi economica. A livello mondiale i dati sono allarmanti: una morte per suicidio ogni 40 secondi e un tentativo di suicidio ogni tre. Nel 2000, secondo l’Oms circa un milione di persone si è tolta la vita. E il fenomeno è tra le prime cause di morte nella fascia d’età 15-34 anni.

“La prevenzione è possibile e riguarda tutti. Bisogna informare la popolazione e aiutare familiari e amici a riconoscere i segnali d’allarme – spiega Maurizio Pompili responsabile del Servizio per la prevenzione al suicidio dell’ospedale Sant’Andrea di Roma – È importante lavorare nelle scuole, sensibilizzare i medici di base e fare campagne ad hoc. In altri paesi come la Germania, dove tutto questo è stato fatto il fenomeno si è dimezzato”. Fondamentale anche sfatare i falsi miti su chi tenta di compiere il gesto estremo e contrastare lo stigma. “Abbiamo fatto uno screening nelle scuole del Lazio –aggiunge – e abbiamo constatato che gli adolescenti a rischio erano molti, quindi è essenziale lavorare sulla prevenzione”.Tra i fenomeni in aumento anche i cosiddetti “parasuicidi”, cioè forme gravi di autolesionismo o tentativi di suicidio inconsci (ad esempio persone che guidano ad alta velocità sotto uso di sostanze) e gli omicidi-suicidi, legati soprattutto ai casi di femminicidio. “Nel primo caso sono coinvolti soprattutto gli adolescenti -spiega Girardi – mentre i casi di omicidio-suicidio sono legati a fattori culturali, come la gelosia e il possesso”. 

Nella regione sono circa 700 i suicidi ogni anno, nella sola Roma se ne contano 200-250.  E un impegno a lavorare sul contrasto del fenomeno è stato preso dall’assessora alle Pari opportunità della Regione Lazio, Concettina Ciminiello. “Ci impegneremo  per la prevenzione del suicidio attraverso una maggiore attenzione sul territorio –afferma – E soprattutto nella scuola e nella famiglia”. Per Andrea Lena, presidente della commissione Politiche sociali e salute, bisogna anche tenere sotto controllo le persone che stanno vivendo una situazione lavorativa difficile, dagli imprenditori in crisi ai disoccupati. “Dobbiamo porre attenzione a questo dolore disabitato –sottolinea monsignor Andrea Manto, direttore della Pastorale sanitaria del Vicariato di Roma – Alle persone in situazione di marginalità, sole e fragili”. Per la Giornata mondiale è stato realizzato anche un ospuscolo che spiega quali sono i falsi miti da sfatare sulle persone che tentano il suicidio e quali i segnali per capire se un familiare o un amico sta pensando al gesto estremo. (ec)

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