by Sergio Segio | 10 Settembre 2013 5:21
ROMA — «Dalla giunta arrivano segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Pd e M5S, che addirittura intendono votare entro domani (oggi, ndr) contro le pregiudiziali formulate dal relatore. Se dovesse accadere questo, non credo che si potrebbe parlare più di maggioranza a sostegno del governo».
Alle otto di sera, Renato Schifani prefigura apertamente il peggiore degli scenari per Palazzo Chigi. E anche il fatto che, nell’arco di poche ore, Berlusconi e i suoi potrebbero togliere il sostegno all’esecutivo. Più tardi, a Porta a Porta , l’ex presidente del Senato prefigura l’ipotesi che il «Pdl non partecipi ai lavori della giunta» definita «una camera a gas», se oggi si «voterà a oltranza». E sostiene che «il Pd vuole portare il Paese al voto».
Non è un «falco», Schifani. E infatti, il suo aut aut viene preso sul serio. Al punto che, nel giro di pochissimo, si materializza anche la replica di Guglielmo Epifani. «Far cadere il governo in questo momento sarebbe un atteggiamento irresponsabile», è la risposta del numero uno del Democratici da Sesto San Giovanni. «E soprattutto», aggiunge, «provocherebbe gravi conseguenze al Paese».
Dietro i botta e risposta di fine serata, in cui Pdl e Pd si scambiano reciproche accuse di irresponsabilità, c’è un’atmosfera che rischia di portare la maggioranza sull’orlo del precipizio. E anche rapidamente. «Lo dico molto pacatamente. Schifani commette un errore a collegare i lavori della giunta del Senato alla sorte del governo Letta», mette a verbale il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda. E il suo omologo a Montecitorio, Roberto Speranza, rincara la dose: «Con gli ultimatum non si governa una grande democrazia occidentale. La legge è uguale per tutti. E sbaglia chi pensa che si possa cambiare la stabilità del governo con l’impunità di Berlusconi».
Il Pd, insomm
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