“L’Italia taglierà il cuneo fiscale”
SAN PIETROBURGO — Una ripresa senza lavoro. E’ l’allarme del G20 che promuove l’Italia per le riforme fatte e per quelle che si impegna per iscritto a fare in un apposito Action Plan. Due le più importanti: il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione entro il 2014 e il taglio del cuneo fiscale. E non dovranno essere solo promesse. Nei prossimi mesi, precisa il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, «ci sarà un monitoraggio» dei Grandi, valido per tutti, per verificare la situazione. «Non siamo più dietro la lavagna, non ci prendiamo più le bacchettate sulle dita perché ora siamo un paese che ha fatto i compiti a casa e che rispetta gli impegni», chiosa il presidente del Consiglio, Enrico Letta non senza rivelare che i partner ci chiedono “stabilità” politica e finanziaria. Già adesso i venti di crisi che soffiano nella maggioranza stanno producendo i loro effetti. Proprio i dubbi sulla tenuta del governo fanno scattare lo spread fino a quota 256: lo scarto con la Spagna si accorcia a soli tre punti di distanza.
Così, mentre le Borse europee seguono un andamento altalenante scosse dalla questione siriana e pure dal fatto che l’economia Usa crea meno posti del previsto, il vertice di San Pietroburgo si chiude con un messaggio cauto: è finita l’emergenza, certo, ma non la crisi. La ripresa che comincia a intravedersi non è abbastanza forte e solida per tamponare il dramma della disoccupazione, soprattutto giovanile. «La nostra priorità è rafforzarla per creare lavoro», si legge nel comunicato finale. Di qui l’Action Plan con su elencate le priorità che ciascun paese si impegna a portare avanti per trasformare questa fase di incertezza in qualcosa di “duraturo”, di “solido”, capace di riassorbire la disoccupazione che resta “inaccettabilmente alta” ovunque, anche da noi.
A scorrerlo si scopre che l’Italia, oltre al cuneo fiscale e al pagamento dei debiti della Pa, punta a semplificare la giustizia civile e amministrativa, a perfezionare la riforma del lavoro con particolare riferimento ai centri di collocamento per i giovani, a garantire l’accesso al credito e alle
nuove tecnologie delle piccole e medie imprese e, non ultimo, a creare il clima giusto per lanciare entro l’anno quel progetto di riforme denominato “Destinazione Italia”, così da attrarre e assistere gli investimenti stranieri. Letta elenca ad uno ad uno gli impegni sottoscritti, le sue “priorità”. E sul cuneo fiscale, un antico nodo mai risolto, dice che ridurlo è “essenziale”, perché “bisogna rendere il lavoro più conveniente, in particolare quello a tempo indeterminato». Nei prossimi mesi si aprirà un tavolo ad hoc con le parti sociali.
Il G20 benedice il piano Ocse in 15 punti per intensificare la lotta all’evasione e all’elusione fiscale. O meglio, per costringere le multinazionali a pagare le tasse dove vengono realizzati i profitti, senza più approfittare di trucchi contabili, scappatoie legali o paradisi off shore. Dal 2015 scatta anche lo scambio automatico delle informazioni.
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