by Sergio Segio | 5 Settembre 2013 6:41
La questione dell’informazione avrà per la prima volta un posto nelle discussioni della «contro-Cernobbio» della Campagna Sbilanciamoci! Sabato 7 settembre, dalle 10 alle 12, al Teatro Valle Occupato di Roma si terrà un gruppo di lavoro promosso dalla redazione di Sbilanciamoci.info. Ci saranno rappresentanti di oltre venti giornali, riviste, radio, siti web d’informazione, documentaristi video, case editrici, dal Manifesto a Left, da Radio Popolare a Micromega, dalle Edizioni dell’Asino a InGenere.it. Esperienze diverse, voci essenziali a un’informazione alternativa, espressioni di culture preziose, realtà che mantengono un rapporto vitale con il proprio pubblico. Ma, allo stesso tempo, esperienze fragili, che operano in nicchie particolari, faticano a allargare il proprio pubblico, a rinnovare il proprio modo di comunicare. Sbilanciamoci.info ha invitato queste realtà – e le altre che vorranno aggiungersi – a discutere su come ripensare il lavoro che stiamo svolgendo.
Il problema
Siamo di fronte a un ulteriore indebolimento della libertà di stampa: la Fiat è alla guida anche del Corriere della Sera, il sistema televisivo è da paese totalitario – Berlusconi controlla Mediaset, quasi tutta la Rai e ora, indirettamente, anche La7; l’unico «concorrente» è la Sky di Murdoch – mentre una crisi devastante colpisce quotidiani e riviste dei grandi gruppi, con migliaia di giornalisti prepensionati e di precari che non troveranno sbocco occupazionale. Questo controllo pressoché totale dell’informazione è stato un elemento chiave nel mantenimento del consenso durante il ventennio berlusconiano e della deriva della politica italiana che si è sempre più allontanata dalla società. Le voci «fuori dal coro», che nel nostro paese hanno una lunga e importante storia, sono sempre più flebili; quelle nuove che sono emerse hanno finito per riprodurre, pur con orientamenti «anti-berlusconiani», il modello di informazione dominante tutto centrato sul «palazzo» e sulla sua rappresentazione mediatica.
L’apparente libertà del web e dei social media ha fatto emergere molte nuove esperienze di comunicazione e apre possibilità alternative, ma è spesso segnata da una forte autoreferenzialità della comunicazione , da una scarsa capacità di dialogo, incontro, elaborazione di identità e visioni «dal basso», mentre i grandi della comunicazione ne fanno un uso sempre più incisivo «dall’alto»; nel complesso queste esperienze non hanno effetti rilevanti sul dibattito politico e sociale del paese. Naturalmente, in nessun altro paese occidentale il sistema dell’informazione è caduto così in basso.
Pensiamo che si debba fare qualcosa su questo fronte. Per difendere la libertà di stampa e di espressione, ma anche per costruire una visione condivisa della realtà, nuove identità collettive, per fare dell’informazione uno strumento di cambiamento della società e della politica. Pensiamo che si debba dare spazio alle voci di una società che oggi non si riesce a esprimere – schiacciata dalla crisi, dalla perdita di lavoro, sicurezze, prospettive – ma che si debba anche dare coerenza e impatto all’informazione alternativa in Italia: farne un «sistema» capace di pesare nel paese.
La nostra esperienza
Un «sistema» si costruisce sul principio della rete tra realtà diverse e complementari, non sull’affermazione di identità politiche o culturali precostituite. E proprio sulla base di una cultura di rete è nata l’esperienza di Sbilanciamoci.info. Una rete tra le 50 associazioni della Campagna Sbilanciamoci!, tra i 200 economisti ed esperti che scrivono sul sito, con un impegno sistematico a uscire dalle logiche di schieramento – politico o culturale -, dai linguaggi «per pochi», dall’autoreferenzialità della comunicazione. La nostra scommessa è quella di mettere in relazione le competenze degli esperti, l’impegno delle associazioni, le voci dei giornalisti e di personalità di rilievo che, come Rossana Rossanda, che scrivono regolarmente sul sito. Abbiamo sperimentato con successo la costruzione di reti internazionali tra esperti e tra movimenti, come Euro-Pen, la Rete europea degli economisti progressisti, di cui siamo stati promotori. Queste relazioni internazionali alimentano e caratterizzano l’informazione che offriamo. In un anno pubblichiamo 500 articoli «nostri» e offriamo 500 link ad articoli e materiali di altre organizzazioni e media, italiani e internazionali. Ogni settimana inviamo due newsletter a oltre 40 mila indirizzi e il sito è visitato in media da 30 mila persone diverse ogni mese. Abbiamo realizzato una decina di e-book che forniscono analisi dell’esistente e proposte di cambiamento, in Italia e in Europa e che sono stati scaricati complessivamente da circa 30 mila persone. Partecipiamo a decine di incontri pubblici ogni anno. Collaboriamo con diversi altri media, scambiando contenuti e articoli. Tutto con una filosofia open, una totale gratuità nell’accesso alle informazioni e agli e-book che produciamo. Sosteniamo tutto questo con un faticoso impegno di autofinanziamento e l’appoggio di Lunaria.
Che fare?
Naturalmente, pensiamo che tutto questo sia molto al di sotto di quello che sarebbe necessario oggi in Italia. Pensiamo che Sbilanciamoci.info non possa crescere da solo. Vorremmo essere parte di un sistema molto più grande e articolato. Pensiamo che la voglia di un giornalismo libero, le competenze degli esperti, l’attivismo della società civile meritino un sistema di comunicazione «alternativo» molto, ma molto più forte. Serve la capacità di «sfondare» nei media mainstream», ma anche la capacità di valorizzare la nostra informazione, allargare il nostro pubblico, costruire esperienze nuove.
Il punto di partenza per tutto questo – al centro della discussione a cui invitiamo a partecipare a Roma – è la necessità, nel mondo dell’informazione «alternativa», di passare fino in fondo a una «cultura della rete». Nessun quotidiano, rivista, radio o sito può bastare a se stesso. Nessuno – o quasi – può sopravvivere in un mercato dei media sempre più ristretto e concentrato, in un web sempre più affollato e indistinto, in una società sempre più frammentata. Vorremmo invitare a riflettere su come potremmo cambiare cultura e modo di funzionare.
Qui una sfida centrale è quella di misurarsi davvero con la multimedialità: la stessa informazione può essere presentata efficacemente in forma giornalistica «veloce», in forma di approfondimento, in forma radiofonica e televisiva; i canali di comunicazione tradizionali – carta, radio, tv – devono integrarsi molto di più con la comunicazione via web.
All’incontro di Roma vogliamo ascoltare le esperienze, i problemi, le idee degli altri media che parteciperanno, e vorremmo suggerire una strada possibile per andare avanti. Si tratta della possibilità di costruire «una Rete stabile» – con un nome, un logo ben identificabile, un gruppo stabile di coordinamento, magari un portale web – tra un insieme di realtà diverse che condividono questa prospettiva. E che condividono, naturalmente, un orizzonte di cambiamento politico, sociale e culturale, e uno stile di lavoro pluralista e cooperativo. Lavorare insieme potrebbe diventare una consuetudine quotidiana, con scambi sistematici di contenuti, sulla base di accordi «bilaterali» fondati sulla gratuità dell’accesso alle informazioni prodotte dai partecipanti. E’ quello che facciamo già con alcuni media, e che potrebbe essere esteso. In più, si potrebbero organizzare almeno due occasioni di riflessione e coordinamento l’anno, in occasione ad esempio della «contro-Cernobbio» di Sbilanciamoci! e di Terra futura di Banca Etica. Si tratta del primo passo, minimo ma essenziale, che lascia flessibilità ai possibili accordi tra i partecipanti, non richiede investimenti e risorse monetarie. Altre iniziative, di maggior impegno, potrebbero emergere da questo lavoro comune.Altre proposte possono arricchire la discussione all’incontro di Roma. Altri approcci possono essere suggeriti. Invitiamo tutti a commentare e integrare questa riflessione. Crediamo sia però urgente iniziare a lavorare insieme, concretamente, in questa direzione.
*** Sbilanciamoci.info
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