by Sergio Segio | 5 Agosto 2013 6:51
ROMA – L’incontro che si terrà oggi era nell’agenda del Presidente del Consiglio da tempo ed è stato confermato. Servirà a fare il punto della situazione dell’economia e della finanza pubblica con il ministro Fabrizio Saccomanni, ed il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e forse anche a condividere qualche buona notizia, i primi segnali della ripresa. Anche se agli ultimi sviluppi politici gettano ombre sinistre sui programmi economici più immediati dell’esecutivo. A cominciare dalla soluzione del nodo Imu, e a seguire, subito dopo, dell’Iva.
Il tempo stringe e soprattutto sulla riforma della tassa sugli immobili, il partito di Silvio Berlusconi è su posizioni politiche lontanissime rispetto a quelle del Pd e di Scelta Civica. La conferma arriva dagli incontri bilaterali che si stanno svolgendo questi giorni tra i partiti della maggioranza ed i tecnici del Tesoro. Con il centrodestra deciso ad abolire la tassa su tutte le prime case, e gli altri due partiti della coalizione propensi a mantenerla per i ceti abbienti, alleggerirla per gli altri ed eliminarla solo per i più poveri e le famiglie numerose.
Fatto sta che già prima ancora che il quadro politico degenerasse con la condanna di Berlusconi, nel centrodestra serpeggiava un fortissimo malumore per la piega presa dalla riforma dell’Imu. Che a questo punto rischia di diventare il test decisivo, il banco di prova per la tenuta della coalizione che sostiene il governo. Una decisione sulla tassa va presa, al più tardi, entro la terza settimana d’agosto. Il decreto con il quale è stato rinviato il pagamento della prima rata sulle abitazioni principali prevedeva la riforma della tassazione immobiliare entro il 31 agosto, pena il ripristino dell’Imu originaria, prima rata compresa, ovviamente. Naturalmente serve un decreto. E prima servirà un vertice politico di maggioranza, con i leader dei partiti.
È molto difficile che il decreto, vista la confusione attuale, arrivi già la prossima settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri. In quella successiva, durante la quale gran parte dei ministri, dei loro collaboratori e dei loro tecnici saranno in ferie, non dovrebbe esserci neanche riunione di governo. Si salta alla terza di agosto e la data di venerdì 23, per l’arrivo del decreto a Palazzo Chigi è ritenuta la più probabile. Sempre che si arrivi prima ad un accordo, oggi difficilissimo da ipotizzare.
Il PdL chiede uno sgravio sulla prima casa di quattro miliardi, ma in cassa non ce ne sono neanche due. Saccomanni non vuol fare l’operazione in deficit e le coperture proposte dal PdL non convincono affatto. Il ministro, poi, ritiene che l’eliminazione della tassa sulla prima casa per tutti sia sbagliato, soprattutto in termini di equità fiscale. E sempre per gli stessi motivi di equità Saccomanni, indipendentemente dalle scelte politiche sulla rimodulazione della tassa, punta a correggerne le storture come quella che favorisce i proprietari delle case sfitte, che non ci pagano più l’Irpef a differenza di chi le affitta. Ammesso che si arrivi ad un accordo almeno sulla sorte dell’Imu 2013, lasciando alla Legge di stabilità e al 2014 la riforma definitiva, ci saranno solo pochi giorni di respiro, perché subito dopo arriverà al pettine il nodo dell’Iva. L’aumento è stato rinviato, ma se non si troveranno 500 milioni subito e 2 miliardi dal 2014, anche la tassa sui consumi aumenterà. Dal primo ottobre, con l’aliquota massima destinata a salire dal 21% al 22%.
Mario Sensini
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