Un consigliere Telecom indagato per insider trading

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Questo alla vigilia di un delicato consiglio d’amministrazione in cui saranno esaminati i conti semestrali del gruppo. Conti in rosso. Che adesso rischiano però di passare in secondo piano, proprio a causa di quelle indiscrezioni di stampa che hanno rivelato in anticipo le determinazioni del board di oggi. Ieri pomeriggio, mentre negli uffici romani di Telecom i consiglieri stavano esaminando i dati preliminari, la Guardia di Finanza ha interrotto la riunione del comitato controllo rischi per chiedere al presidente, Elio Catania, di accompagnarli nel suo ufficio e in casa per effettuare una perquisizione. L’ex numero uno di Ferrovie, Atm Milano e Ibm Italia, ha lasciato la riunione senza dire nulla. I consiglieri hanno saputo dopo dalle agenzie di stampa che il manager è indagato a Roma per insider trading proprio su Telecom Italia. Nel fascicolo c’è anche l’articolo de Il Messaggero che secondo gli inquirenti ha originato ieri il crollo in Borsa. Ma non è il solo. Partendo da una serie di articoli pubblicati dal quotidiano romano, il pm Maria Francesca Loy ha individuato un fitto passaggio di informazioni riservate («price sensitive») tra Catania e il giornalista Rosario Dimito, ordinando perquisizioni per entrambi. Notizie che «hanno fortemente inciso sull’andamento del titolo» scrive il pm nell’ordinanza, «con potenziale grave danno per la società e il regolare andamento del mercato borsistico», e cita alcuni articoli pubblicati nel mese di luglio e ricostruzioni sui colloqui tra il manager e il giornalista, che lasciano supporre un’attività investigativa iniziata certo non da ieri. Non è escluso che sia stata la stessa Telecom a far partire la segnalazione. C’è anche il sospetto che le informazioni possano essere state utilizzate per speculare sui titoli del gruppo. Il caso Catania stravolgerà sicuramente l’agenda del consiglio di oggi. Il manager potrebbe rassegnare le dimissioni dal board. Ma certo non sarà il passo indietro a chiudere la vicenda.


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