Quagliariello e i vincoli sul voto: impossibile prima di dicembre
ROMA — Lo dice in tv e lo ripete con una nota, il ministro Gaetano Quagliariello. Non si può votare con l’attuale legge elettorale prima del 3 dicembre, giorno fissato per l’udienza della Consulta che deve appunto pronunciarsi sulla legittimità del Porcellum. La messa a punto del rappresentante del governo, considerato tra i più moderati nel campo del Pdl, offre un’opzione in favore della stabilità. Nel corso della trasmissione Virus su Raidue, Quagliariello aveva osservato che «non si possono sciogliere le Camere prima che la Corte costituzionale si sia pronunciata sul Porcellum». Non si può andare al voto, ha ribadito, «prima che si sappia se l’attuale Parlamento possa essere dichiarato illegittimo, come è probabile che sia».
Tesi questa giudicata «fantasiosa» dal padre dell’attuale sistema elettorale, il leghista Roberto Calderoli, il quale obietta al riguardo che «ogni valutazione sull’eventuale scioglimento delle Camere spetta a Napolitano e che la Consulta, con ogni probabilità, si limiterà a fornire dei suggerimenti al Parlamento su dove intervenire». Negli ambienti del ministero per le Riforme si fa, però, notare che lo «sanno tutti che con il Porcellum non si torna alle urne perché su questo Napolitano è stato esplicito nel suo discorso di insediamento». Non solo. Le stesse fonti mettono in evidenza che «ci sono dei tempi tecnici dai quali non si può prescindere. Se la legge Calderoli venisse giudicata in contrasto con la Costituzione, come tutto lascia credere, toccherà alle Camere porvi rimedio. Dall’approvazione definitiva del nuovo testo in Parlamento, devono passare 55-60 giorni prima che si possano indire i comizi elettorali. E così, per un eventuale ricorso alle urne, quando anche la legge venisse varata entro ottobre, la “finestra” più realistica si colloca tra marzo e aprile 2014. A meno che si compia il miracolo di approvarla a settembre».
Intanto, ieri, in Senato si è incardinata la procedura per modificare il Porcellum e adottare la cosiddetta «clausola di salvaguardia». L’Aula ha, infatti, votato all’unanimità l’«urgenza». Subito dopo Calderoli ha chiesto e ottenuto dalla presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro (Pd) che si avviasse immediatamente la discussione generale, cosa che è avvenuta. «E’ un fatto importante che dovrà avere un seguito alla ripresa dei lavori parlamentari. — ha osservato Finocchiaro — Il Parlamento deve riformare subito la legge elettorale per evitare, in caso di ritorno alle urne, di votare con il Porcellum . Nel frattempo si continui il percorso delle riforme che porterà a individuare un sistema di voto coerente con esse».
Lorenzo Fuccaro
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