“Pronti a legge elettorale e governo col Pd” L’apertura del capogruppo Nuti

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Nessuna assemblea pentastellata, in realtà, si è riunita per concedere il via libera a un eventuale impegno governativo del M5S. Sul punto, tra l’altro, Beppe Grillo si sarebbe mostrato più convinto di Gianroberto Casaleggio, ostile a ogni forma di compromesso. La mail, tuttavia, è significativamente
firmata dal capogruppo alla Camera Riccardo Nuti. Per di più non spedita dal suo indirizzo personale, ma da quello istituzionale “Portavoce”. Di norma, un elemento che lascia intravedere il vaglio della comunicazione grillina. E infatti così vengono presentati i contenuti, come semplici «consigli per la coè
municazione» dei parlamentari.
La mail è datata giovedì pomeriggio. Inviata due ore prima della sentenza con cui la Cassazione ha affondato Silvio Berlusconi. E infatti nel testo si analizzano i principali scenari, dall’assoluzione fino alla condanna. Proprio nel capitolo dedicato alla sentenza avversa contenuta l’apertura ai democratici: «Fate una legge elettorale con noi».
Ma non basta. I grillini sfidano il Pd anche sul terreno dell’agenda di governo: «Se Napolitano non scioglie le Camere — si legge — toccherebbe a noi governare su cinque punti ». E si entra anche nel dettaglio: «Legge elettorale, reddito di cittadinanza, misure per le piccole e medie imprese, abolizione del finanziamento pubblico, legge sul conflitto d’interesse». Per finanziare il mini programma — sostiene il Movimento — si dovranno reperire risorse nei capitoli di spesa dedicati agli «F-35, alla Tav e all’Expo».
Il capogruppo consiglia anche le risposte alle possibili obiezioni. A partire da quella di aver cambiato linea, sporcandosi le mani con le odiate forze politiche. «Il movimento non si pone nell’ottica dei partiti — si legge infatti in uno dei passaggi più significativi — ma delle cose buone da fare». E ai parlamentari di maggioranza, ostaggio dei processi del Cavaliere, i grillini chiedono invece «un sussulto di dignità per non vivere sotto ricatto».
Toccherà all’assemblea dei parlamentari cinquestelle valutare la svolta. Di certo, pesano soprattutto i voti dei senatori, perché è a Palazzo Madama che i numeri rendono più complicata qualsiasi riforma. Ed è lì che una fetta significativa di senatori grillini lavora da tempo, con discrezione, per aprire il confronto con i democratici.
Per ora, comunque, il Capo indiscusso lavora per far saltare le fragilissime larghe intese. E dal blog avverte: «Nessuno si azzardi a modificare la giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente. Il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori». Secondo Grillo, questa «fretta» riformatrice «è altamente sospetta». L’obiettivo, naturalmente, è soprattutto il premier: «Letta Nipote vuole» la riforma — scrive — che «servirebbe a tirare a campare. Capitan Findus Letta ama Berlusconi, grazie a lui è diventato presidente del Consiglio».
Sottotraccia, però, i pontieri democratici sondano gli uomini del Movimento. E anche i dettagli pesano. Come il confronto tra Pierluigi Bersani e alcuni deputati grillini, intercettato giovedì pomeriggio in Transatlantico a pochi minuti dalla condanna del Cavaliere. A parlare è Pierluigi Bersani. «Ragazzi, altro che democrazia diretta. Dovete impegnarvi per cambiare quella rappresentativa. Spendervi per le riforme. Concentratevi su cinque punti… ».


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