Porcellum, duello Grillo-Pd Il leader: subito alle urne

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ROMA — Sarà che è ormai prossimo il Festival di Venezia, così ieri lo scontro tra Pd e M5S si è anche ispirato a film di successo: «È finito il tempo delle mele», ha postato sul blog Beppe Grillo, accanto a una foto del premier Enrico Letta con l’elmetto da soldato in Afghanistan. Allusiva, forse, alla fine della luna di miele Pd-Pdl con relative, gravi conseguenze: «In mezzo non c’è nulla. Prepariamoci alle elezioni per vincerle». Messaggio chiaro, quello di Grillo: nessun accordo col Pd all’orizzonte, nessun’altra maggioranza possibile. Al voto, dunque. Ma con quale legge elettorale? Con quella attuale, con il Porcellum: «C’è forse qualche anima bella che crede di poterla cambiare con chi non ha mosso un dito in otto anni?», la domanda retorica dell’ex comico genovese. Conclusione: «È necessario tornare immediatamente alle elezioni e poi, se governerà il M5S, cambiare in senso democratico la legge elettorale, farla approvare da un referendum e incardinarla in Costituzione».
Il Pd, però, non ha tardato a replicare: «Il leader dei 5 stelle vuole conservare il Porcellum rinviandone l’abrogazione ad un ipotetico trionfo elettorale. Il tempo delle mele sarà anche finito, ma per rimanere in ambito filmico, con Grillo in effetti non ci resta che piangere…», è stato il commento — citando Massimo Troisi — della senatrice Isabella De Monte, prima firmataria della procedura d’urgenza per cambiare la legge elettorale. Insieme al collega del Pd Mario Morgoni, la De Monte è andata al contrattacco: «Grillo è a capo di un gruppo parlamentare importante che ha ricevuto un mandato popolare netto per contribuire a cambiare la politica oggi, non in un illusorio futuro. Abbiamo intenzione di dare battaglia fino all’ultimo per abolire una legge pessima. Il leader 5 Stelle si schieri in Parlamento, scrivere proclami su un blog non basta». Grillo, però, nel suo blog ricordava anche che «il M5S è stato l’unico a votare in Parlamento perché il Porcellum decadesse ma le 350 mila firme per introdurre la preferenza sono state lasciate marcire dal 2007 da tutti i partiti, nessuno escluso». E il capogruppo M5S al Senato, Nicola Morra, su Facebook rincarava la dose con un omaggio finale al grande Totò: «Il Pd ha avuto la possibilità, con il sostegno del M5S di mandare a casa il Porcellum e non lo ha fatto. Ma adesso che l’estate ha fatto esplodere le tensioni ci si chiede di accettare il diktat della modifica della legge elettorale. Ma mi faccia il piacere…».
I senatori pd, però,mostrano compattezza davanti alle critiche: «Su un’unica cosa sono d’accordo con Grillo — sono le parole di Francesco Russo — Non c’è più tempo per scherzare: basta guardare lo spread. Ma il suo atteggiamento è solo naïf o in malafede? In tanti, anche fra i suoi elettori, si rendono ormai conto che certe dichiarazioni, come quando si evoca il ritorno al voto col Porcellum, sono funzionali soltanto a suoi interessi di parte. Da qui la sfida ai M5S: rinuncino ai no pregiudiziali e contribuiscano alle scelte urgenti e necessarie, in primis la modifica della legge elettorale, su cui anche loro si erano impegnati con gli italiani».
Fabrizio Caccia


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