Le condanne per Ergenekon in Turchia

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L’ex capo di stato maggiore dell’esercito turco Ilker Basbug, 70 anni, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di aver cospirato per far cadere il governo di Recep Tayyip Erdogan nell’ambito del processo sull’organizzazione Ergenekon, in cui sono imputate 275 persone. È difficile definire Ergenekon e anzi la sua definizione è al centro della controversia: secondo alcuni è un’associazione eversiva di militari, giornalisti, politici e intellettuali ultranazionalisti che avrebbe tentato di rovesciare il governo del partito islamista di Erdogan; secondo altri è un’invenzione dell’attuale governo per eliminare gli oppositori. Si è iniziato a parlare di Ergenekon nel 1997 ma le indagini ufficiali sono cominciate soltanto nel 2007, dieci anni dopo, e hanno portato negli ultimi anni all’arresto di molti militari (tra cui generali delle forze armate) e di giornalisti.

Lunedì oltre a Basbug sono state condannate all’ergastolo altre 16 persone, tra cui dieci ufficiali militari in pensione e l’ex leader del partito dei Lavoratori, il socialista Dogu Perincek. 67 imputati sono stati condannati fino a 47 anni di carcere e 21 sono stati assolti. La corte si è riunita nella prigione di massima sicurezza di Siliviri, a ovest di Istanbul, e durante la lettura della sentenza si sono radunate davanti all’entrata del carcere circa mille persone per protestare. Centinaia di poliziotti hanno cercato di disperderle sparando i gas lacrimogeni.

Basbug fu a capo dell’esercito dal 2008 al 2010, quando andò in pensione, ed è l’imputato di più alto grado dell’inchiesta. Più precisamente è stato condannato si tratta della vicenda del cosiddetto “memorandum per Internet”: Basbug avrebbe approvato un documento dello stato maggiore che ordinava di creare 42 siti internet per distribuire materiale propagandistico contro il Partito della Giustizia e dello Sviluppo di Erdogan e a favore del partito curdo fuorilegge PKK, «così come dei greci e degli armeni», secondo il quotidiano turco Hürriyet. Nel caso del memorandum sono già stati coinvolti cinque generali e altri militari. Basbug ha sempre respinto le accuse.

L’importanza del caso Ergenekon si capisce meglio se si inquadra la questione nella storia recente della Turchia, soprattutto per quel che riguarda i complicati rapporti tra l’esercito e la politica. In Turchia l’esercito è considerato “garante della laicità dello Stato” e tutore dell’eredità di Ataturk, generale che combatté la monarchia, primo presidente della Turchia ed eroe nazionale. Per tre volte – nel 1960, nel 1971 e nel 1980 – l’esercito con un colpo di stato ha tolto il potere a chi era stato regolarmente eletto.

Foto: Ilker Basbug nel 2009. (AP Photo/Ibrahim Usta)


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