La prima cosa da fare, lotta alle diseguaglianze

by Sergio Segio | 30 Agosto 2013 6:36

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Già nel 2010 il premio Nobel per l’economia Stiglitz spiegava come il motivo di fondo della crisi esplosa con la bolla dei mutui subprime fosse legato a una pessima e sempre peggiore distribuzione del reddito negli Usa. Da trent’anni una fetta sempre maggiore della ricchezza finiva ai profitti (profit share), mentre calava quella destinata al lavoro (wage share). Un processo comune a tutte le economie occidentali, e particolarmente sentito in Italia, dove in meno di vent’anni qualcosa come 120 miliardi di euro, l’8% del Pil, si è spostato dal lavoro ai profitti.
In un’economia fondata su una continua crescita dei consumi, come fare a «vendere» sempre di più a famiglie e lavoratori sempre più poveri? La soluzione è stata trovata dall’ingegneria finanziaria, con la creazione di strumenti e prodotti finanziari, dai derivati alle cartolarizzazioni, dal sistema bancario ombra alla leva finanziaria, che hanno permesso una crescita ipertrofica della massa di denaro e di debiti, in modo da drogare la crescita del Pil. Nelle parole di Stiglitz, «l’economia globale aveva bisogno che i consumi, in crescita costante, continuassero ad aumentare. Ma come sarebbe stato possibile, se il reddito era in piena stagnazione da anni? Gli americani avevano escogitato una soluzione ingegnosa: prendere soldi in prestito e consumare come se i loro redditi fossero in crescita».
In altri termini, le disuguaglianze di reddito come motivo di lungo periodo dello scoppio di una crisi che ha travolto l’Europa e ha portato in Italia otto trimestri consecutivi di recessione, la disoccupazione ai massimi storici, la rimessa in discussione di diritti dati per conquistati e acquisiti.
A fronte di una tale situazione la risposta della troika e delle istituzioni europee è stata una sola: piani di austerità e sacrifici per i cittadini che hanno già pagato diverse volte il costo della crisi, liquidità illimitata e a bassissimo costo per il sistema finanziario che ne è responsabile. Delle soluzioni che scaricano il peso della crisi sulle spalle dei più poveri, i primi a subirne le conseguenze sia in termini di reddito diretto sia per il taglio dei servizi essenziali. In altre parole delle soluzioni che stanno ulteriormente esasperando le disuguaglianze e aggravando i motivi che ci hanno condotto nella crisi stessa. Peggio ancora, l’austerità per i cittadini e la liquidità per la finanza stanno portando a un nuovo scollamento tra i valori degli attivi finanziari e quelli dell’economia «reale», con il rischio di una nuova bolla finanziaria. Lanciati verso un baratro, ci chiedono di accelerare. Una situazione riassunta dal direttore esecutivo per la stabilità finanziaria della Banca d’Inghilterra, Andrew Haldane, secondo il quale «abbiamo assistito prima a una crisi indotta dalle disuguaglianze e, successivamente, a disuguaglianze indotte dalla crisi».
Davanti a un’Europa che continua imperterrita ad applicare una dottrina neoliberista che si è dimostrata fallimentare, in Italia assistiamo al desolante vuoto della politica, ferma al mantra «è l’Europa che ce lo chiede».
Per questo il Forum di Sbilanciamoci! che si svolgerà da venerdì 6 a domenica 8 settembre a Roma vuole ripartire dal tema delle disuguaglianze per aprire uno spazio di discussione e ipotizzare un percorso diverso per la finanza, l’economia, l’ambiente, il sociale, la democrazia. Diverse sessioni, in ognuna delle quali si cercherà di inquadrare la situazione europea, i problemi specifici dell’Italia, le possibili soluzioni legate a diverse politiche economiche, fiscali e monetarie e le risposte che stanno arrivando dal basso, dalle lotte per i diritti, il reddito e i beni comuni.
Non a caso il Forum si terrà presso le Officine Zero e il Teatro Valle Occupato, due esperienze di autogestione e di lotta dal basso per la riappropriazione di spazi di democrazia.
Una riflessione a 360 gradi su modelli di welfare, uso della leva fiscale e della spesa pubblica, finanziamento e gestione dei beni comuni, forme di altra economia, reddito universale di cittadinanza, politiche per la pace, riduzione del consumo di suolo, diritto allo studio, lotta alla precarietà. A completare il programma, venerdì sera, un incontro tra i rappresentanti di alcune delle lotte più significative condotte oggi in Italia dalle lavoratrici e dai lavoratori, e il sabato sera la proiezione in anteprima nazionale dell’ultimo film di Ken Loach, «The spirit of ’45».
Per immaginare e iniziare a mettere in pratica un diverso percorso che possa portare a una radicale inversione di rotta per l’insieme della società, per spezzare la spirale di aumento delle disuguaglianze, perdita di diritti e recessione, appuntamento a Roma dal 6 all’8 settembre con Sbilanciamoci!
Info www.sbilanciamoci.org

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