by Sergio Segio | 2 Agosto 2013 6:38
ROMA — Nel tardo pomeriggio di ieri il ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge, chiude le porte. «Non ci sono le condizioni per partecipare al dibattito sull’emigrazione in una festa della Lega Nord», fa sapere. Avrebbe dovuto tenersi domani sera a Milano Marittima, in Romagna. Alle cinque e mezza lo staff del ministro di origine congolese consegna questa nota: «Nei giorni scorsi la ministra aveva chiesto al segretario nazionale della Lega Nord, Roberto Maroni, un suo intervento, chiaro e pubblico, per stigmatizzare i molti, troppi attacchi rivolti contro di lei da esponenti di quel partito; non essendo pervenuto il suddetto intervento, la stessa ha deciso di declinare l’invito. Da parte sua, la ministra conferma che rimane aperta la sua disponibilità al dialogo e al confronto, ammesso però che si creino le adeguate condizioni». E che le condizioni non ci siano, secondo la Kienge, lo dimostra il fatto che abbia annullato anche l’intervento di ieri sera alla festa del Partito democratico di Reggio Emilia.
Presi in contropiede, i dirigenti leghisti ribadiscono la volontà e la necessità del dibattito. Gianluca Pini, vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera, dice: «Siamo molto delusi per questa decisione soprattutto perché viene meno da parte sua, e a sole 48 ore dell’impegno preso, la disponibilità a un confronto civile e franco sui temi dell’immigrazione ». Il governatore del Veneto, Luca Zaia, prova a rimediare accettando il campo neutro della festa del Pd. Niente da fare. Il segretario nazionale Roberto Maroni, anche se non ha speso una parola per fermare i suoi, autori di insulti a raffica — «la Kienge è un orango» (Calderoli), un ministro «inutile» (Castelli) — , ha rinnovato l’invito al ministro: «Può venire già questa sera a Cervia ». Maroni, però, non sembra controllare il ventre della Lega, tanto che il segretario emiliano Fabio Rainieri ha chiesto al partito di smettere «di dare visibilità a un ministro che ha basato tutta la sua azione nello scontro con la Lega Nord» e ha ricordato come la sorella Dora Kyenge abbia ottenuto una casa comunale a Pesaro (assegnata a lei, ma occupata abusivamente da due nordafricani) grazie all’intervento della Lega. Di più, Dora Kyenge ha rischiato di essere candidata con il Carroccio alle comunali di Pesaro del 2009.
Ieri la procura di Ravenna ha aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di vilipendio delle istituzioni costituzionali per il lancio di banane contro la Kyenge avvenuto nel corso di una festa del Pd a Cervia. E la procura di Modena ha iscritto nel registro degli indagati un romano che, il giorno dopo la sparatoria avvenuta davanti a Montecitorio, istigò su Facebook un attentato alla vita del ministro Kyenge.
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