Kyenge: a settembre si cambia la Bossi-Fini

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ROMA — Una “rivoluzione” per il pianeta immigrazione. Il ministro Cecile Kyenge annuncia infatti per settembre un tavolo di confronto per riformare la Bossi-Fini: la legge che dal 2002 fissa regole e paletti per chi vuole venire a lavorare in Italia e per chi (quasi 5 milioni di immigrati) già ci vive. Immancabile la reazione leghista, per bocca di Roberto Calderoli: «Assistiamo a un’invasione, la Bossi-Fini è un argine». Intanto il Viminale avvia un piano per rinforzare le strutture d’accoglienza dei migranti, di fronte alla nuova ondata di sbarchi.
L’annuncio di una possibile “rivoluzione” arriva dal ministro per l’Integrazione: «A settembre avvieremo un tavolo per avviare un confronto sulla riforma della legge sull’immigrazione». Per la Kyenge, «la legge va rivista, ma seguendo un metodo fondato sul coinvolgimento di tutti gli attori sociali, senza preclusioni e ascoltando anche chi ha idee alternative ». E così nell’estate della visita di papa Francesco a Lampedusa, dei sei profughi morti davanti alla costa di Catania e della catena umana di bagnanti impegnati a mettere in salvo migranti stremati, la restrittiva Bossi-Fini finisce sul tavolo degli imputati. Del resto la stessa Mara Carfagna, portavoce Pdl alla Camera, sostiene che «è giunto il momento di avviare una seria riflessione sulla legge». Ma è una voce isolata nel Pdl, come dimostra l’intervista nella quale Stefania Prestigiacomo, ex ministro del governo Berlusconi, ribadisce: «Quella è una buona legge, non si tocca». Così come il vicepresidente leghista del Senato, Roberto Calderoli che rincara la dose: «l’Italia non ha nulla da offrire se non un cammino verso la delinquenza, per questo è assurdo voler mettere mano alla Bossi-Fini che è l’unico strumento per arginare l’invasione a cui assistiamo sulle nostre coste».
Il fronte caldo resta infatti quello degli sbarchi. Gli scontri in Egitto porteranno a un’impennata dell’immigrazione verso l’Italia: ne è convinto il ministro Kyenge, che assicura che il governo sta già «rafforzando le strutture per l’accoglienza» e ricorda che «nell’ultimo anno sono arrivati in Italia 24mila migranti, un terzo dei quali negli ultimi quaranta giorni». In effetti, come conferma il viceministro all’Interno, Filippo Bubbico, «il Viminale segue con la massima attenzione l’emergenza egiziana che rischia di aggiungersi a quella siriana. Faremo la nostra parte: siamo pronti a intensificare la rete dell’accoglienza dei migranti ».
Non solo. La Kyenge sostiene che è anche «necessario rivedere le procedure fissate dalla Convenzione di Dublino in base alle quali si può chiedere asilo solo nel Paese dove si è sbarcati». Quanto allo ius soli, precisa che parla di ius soli temperato e ricorda di aver «presentato un disegno di legge per riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori che risiedono qui da almeno cinque anni, o a chi è nato altrove ma ha frequentato il primo ciclo scolastico nel nostro Paese». E anche qui il Carroccio non fa mancare la sua voce: «Ma perché la sciura Kyenge – scrive su Facebook il vicesegretario della Lega Nord, Matteo Salvini – non va a fare la ministra in Egitto? ».


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