Italia: quanto vale la nostra natura?

by Sergio Segio | 4 Agosto 2013 8:40

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L’occasione per aprire questa interessante riflessione sulla bellezza e le opportunità educative e ricreative dei parchi italiani si è svolta lunedì 22 luglio presso l’Orto Botanico di Roma[1], uno dei Musei del Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Roma la Sapienza, che si estende su una superficie di circa 12 ettari nel cuore del tessuto urbano, dove durante la Giornata della contabilità ambientale è stato presentato il libro Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale (.pdf[2]) la prima importante raccolta sui dati significativi delle aree protette in Italia utile per dimostrarne il loro impareggiabile valore. Uscito lo scorso marzo per volontà dell’Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare[3], con il contributo di rappresentanti del mondo scientifico, universitario, di Federparchi[4] e del Corpo Forestale dello Stato[5], la pubblicazione è nata per rilevare le peculiarità del sistema dei parchi nazionali divulgando un modello utile alla valorizzazione del patrimonio naturale italiano, dove il valore naturalistico dei parchi rivela anche un forte potenziale economico per lo sviluppo del Paese.

“Nel contesto della Strategia italiana per la biodiversità – ha scritto l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini[6], nella presentazione della pubblicazione – è stato definito un sistema di contabilità ambientale nelle aree protette a partire da una ricognizione integrata e coordinata del patrimonio naturalistico noto e presente nei nostri parchi nazionali. Il risultato è di rilievo: i parchi nazionali sono rappresentativi delle peculiari ricchezze naturalistiche del nostro Paese e il livello di conservazione e salvaguardia naturale nei nostri parchi è concreto ed effettivo, maggiore rispetto alla aree non tutelate. Ed è un risultato importante perché l’emergenza dei cambiamenti climatici[7] richiede di rafforzare ed estendere la resilienza dei sistemi naturali. E perché la crisi economica ci impone di adottare nuovi modelli basati sulla conservazione e valorizzazione efficiente delle risorse naturali, che sono il nostro petrolio[8]” ha concluso[9] l’ex ministro.

Quanto valgono i parchi naturali e la loro biodiversità, quanta anidride carbonica le foreste assorbono dall’atmosfera, qual è lo stato di conservazione del territorio e della natura sono, così, solo alcuni dei dati e delle cifre disponibili a livello nazionale, frutto di ricerche e analisi prodotte in ambiti diversi, con l’obiettivo di leggere in modo unitario il patrimonio naturale dei parchi nazionali e restituirci lo stato dell’arte dei nostri gioielli verdi dai quali emerge come “l’Italia sia il Paese europeo con la più grande varietà di specie viventi”, anche se occorre non smettere di investirvi per dimostrare con i numeri e l’indotto quanto vale la nostra natura.

Qualche dato? Il “sistema Parchi Nazionali” raccontato in Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale, sebbene ricopra soltanto il 4,8% del territorio, rappresenta significativamente la peculiare eterogeneità ambientale italiana con 23 parchi nazionali capaci di riassumere ben 124 varietà di ambienti naturali. Si scopre così che i parchi nazionali comprendono il 12,8% dei diversi habitat italiani, principalmente foreste di faggete e quercete caducifoglie oltre ad aree ricche di fiumi e di laghi. È un ambiente quello dei parchi che conta 56 mila specie animali, che potrebbero raddoppiare con la scoperta di nuove specie, oggi sconosciute, soprattutto fra insetti e altri invertebrati che rappresentano circa il 98% del patrimonio faunistico. Si contano inoltre nelle riserve italiane 118 specie di mammiferi, il 67% delle specie di fauna tutelate ed oltre il 21% delle specie di flora autoctona. Non dimentichiamoci poi che nei territori dei soli parchi vengono accumulate 5,1 tonnellate di carbonio in più per ogni ettaro di superficie rispetto al territorio nazionale e che alcuni boschi hanno una capacità di accumulo doppia rispetto alla maggior parte degli altri habitat. Le faggete per esempio contribuiscono per il 21% del carbonio totale stoccato in Italia nonostante il numero limitato di superficie occupata (circa l’11% del totale dei parchi).

Non occorre molto per capire la valenza e la pluralità di servizi ecosistemici che svolgono le “foreste”, con particolare riferimento all’immagazinamento di carbonio, funzionale alla mitigazione dei cambiamenti climatici, ma non è il solo beneficio. “I parchi grazie alle loro legislazioni particolari frenano il consumo di suolo a livello nazionale – si legge sulla pubblicazione del Ministero[10] – così dove circa il 17% dei boschi si è trasformato in superfici artificiali, nei Parchi la percentuale è ridotta al solo 4,5%, grazie alla gestione degli Enti Parco con una efficace azione di conservazione che si riflette positivamente anche sulle aree limitrofe”.

Un patrimonio, quello delle riserve italiane, non solo ecologico. Ecco perché durante la presentazione il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, ha messo in evidenza “la funzione sociale e pubblica dei parchi”, mentre per il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, ha ribadito come ”la biodiversità dei parchi abbia si un valore etico, ma il nostro impegno deve concentrarsi sulla diffusione anche del valore concreto della biodiversità ”, una missione che per Carlo Blasi, direttore dell’Orto botanico e presidente della Federazione italiana scienze natura ambiente, non può non passare “dalla necessità di coinvolgere tutti gli operatori scientifici e turistici, attraverso un modello di promozione del parco divulgativo, ricreativo e sostenibile”. “Oggi stiamo evidenziando l’idea di una ripartenza importante – ha concluso[11] il direttore generale della Protezione natura e mare del ministero, Renato Grimaldi -. A tre anni dall’approvazione della Strategia nazionale per la biodiversità qualche risultato l’abbiamo colto. Per esempio siamo stati tra i pochi Paesi europei ad aver presentato recentemente la rendicontazione sulle spese sostenute dall’Italia per la tutela della biodiversità. L’iniziativa di oggi serve a fare il punto. Dobbiamo saper valorizzare la qualità dei parchi sulla base di misuratori precisi e soprattutto dobbiamo dimostrare con i numeri quanto vale la nostra natura ”. Perché i parchi italiani sono ormai una realtà che potrebbero diventare una risorsa per il Paese non solo dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed economico, ma anche e soprattutto in termini di qualità della vita.

Alessandro Graziadei[12]

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Endnotes:
  1. Orto Botanico di Roma: http://www.ortobotanicoitalia.it
  2. .pdf: http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/comunicati/Attuazione_Interno_VI_bozza_okx7x_Layout_1.pdf
  3. Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare: http://www.minambiente.it/home_it/index.html?lang=it
  4. Federparchi: http://www.federparchi.it
  5. Corpo Forestale dello Stato: http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1
  6. ha scritto l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini: http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0172.html
  7. cambiamenti climatici: http://www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Cambiamento-climatico
  8. petrolio: http://www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Petrolio
  9. ha concluso: http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0172.html
  10. si legge sulla pubblicazione del Ministero: http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0172.html
  11. ha concluso: http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/tutti-i-numeri-dei-parchi/
  12. Alessandro Graziadei: http://www.unimondo.org/content/search?SearchWhere=unimondo&SubTreeArray=1867&SearchText=Alessandro+Graziadei

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