In Germania tempo libero tutelato per legge

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BERLINO — Il diritto al tempo libero senza che l’azienda ti disturbi cercandoti deve avere pari dignità, anzi precedenza rispetto al dovere del lavoro svolto al miglior livello. Lo postula la legge che Angela Merkel vara, a tre settimane dalle elezioni politiche federali del 22 settembre prossimo. Un nuovo strappo della cancelliera e del suo “girls team”, le potenti ministrechiave che sono circa un terzo dell’esecutivo, dal conservatorismo cdu verso idee e valori costitutivi piuttosto di centrosinistra, e lontani da neoliberismo e darwinismo sociale. Lo rivela la Sueddetusche Zeitung.
Aggiungendo che molte delle maggiori industrie, cioè Bmw, Vokswagen, il colosso energetico Eon, Deutsche Telekom, il gigante dell’abbigliamento sportivo Adidas, si sono adeguate in anticipo all’idea del ministro del Lavoro e del Welfare: la potentissima Ursula von der Leyen, giudicata numero due nel team Merkel e persino potenziale rivale della cancelliera in futuro.
Berlino sembra quasi rileggere a modo suo quel bell’articolo della nostra Costituzione che definisce l’Italia «repubblica democratica fondata sul lavoro ». La sociale ed efficiente Bundesrepublik è fondata anche sul tempo libero. Qualità della vita e rispetto del privato secondo la Weltanschauung merkeliana sono valore costitutivo del successo di un sistema- Paese. La legge parte come norma interna del ministero federale del Lavoro e del Welfare, che da solo assorbe oltre un terzo del bilancio, insomma il più ricco. Per cui sarà di fatto automatico estenderla a ogni ramo delle istituzioni. «Soltanto in casi eccezionali di emergenza documentata – dice il testo – superiori e capi potranno disturbare i loro dipendenti con telefonate sul numero cablato, sul cellulare, o con sms e email ». Non è finita: «Nessun dipendente che durante weekend o riposi o ferie decida di spegnere cablato o cellulare o di non controllare le e-mail potrà essere discriminato per la scelta».
«E’ stato un processo lungo arrivare alla scelta, ma ne è valsa la pena», ha detto Ursula von der Leyen. Già da un anno aveva preannunciato «trasparenza cristallina sul rispetto del tempo libero di chi lavora». Principio e idea chiari: più il dipendente è felice, oltre che ben retribuito, meglio lavora. Non a caso, a quell’appello di un anno fa sono stati global player come Bmw e Volkswagen ad adeguarsi prima dello Stato.


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