Imu, da Saccomanni nove ipotesi “Ma abolirla sarebbe iniquo”

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ROMA — Il governo alza il velo sull’Imu, sulle difficoltà di prendere una decisione comune, sul muro contro muro all’interno della maggioranza e spiattella sul web tutte le valutazioni, i pro e i contro delle nove ipotesi in campo. Otto delle quali dovrebbero sparire entro la fine del mese.
Ieri, con un gesto a sorpresa, il ministro Saccomanni ha sparigliato le carte, pubblicando sul sito del suo dicastero un dossier di 105 pagine sulle diverse strade praticabili nella ridefinizione dell’imposta: dall’abolizione totale sulla prima casa, alla semplice cancellazione della prima rata, ai vari incroci possibili tra detrazioni e deduzioni. Il tutto accompagnato da un’analisi precisa dei costi, pregi e difetti delle singole possibilità d’intervento perché – scrive il ministro nell’introduzione – «le scelte politiche debbono basarsi su adeguati approfondimenti tecnici».
L’elenco non è neutro, anzi bocciature e preferenze del ministro sono evidenti: non va bene l’abolizione totale, perché «iniqua» e «dall’effetto recessivo », meglio la «service tax» – la nuova imposta che unisce l’Imu e la Tares sui rifiuti – o la soluzione che lascia ai Comuni il potere di scelta.
Decisamente un passo avanti rispetto al documento che in mattinata la Commissione finanza del Senato aveva votato all’unanimità e consegnato nelle mani dello stesso Saccomanni e che si fermava all’eliminazione definitiva della prima rata, all’avvio della riforma del catasto, e al rinvio al 2014 della Tares. Ma la scossa e la inusuale formula applicata dal ministro – queste le si decida – hanno provocato un terremoto di polemiche e tensioni nella maggioranza.
Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia del Pd, ha cercato il compromesso attraverso il punto d’incontro: «Comunque vada non si può far pagare a settembre quello che non si è pagato a giugno» ha commentato, sancendo nei fatti l’eliminazione della prima rata e spezzando una lancia a favore della service tax come «ipotesi maggiormente in campo». Ma al Pdl – che della scomparsa totale dell’Imu sulla prima casa fa una battaglia è l’abolizione parziale non va giù, né il “remixage” con la tassa sui rifiuti. «Basta balletti sull’Imu. Va tolta la prima casa o il governo rischia» ha twittato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. «Letta mantenga gli impegni presi» ha rincalzato il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani.
Del tutto diversa la reazione del Pd, che invece non pensa sia fattibile dal punto di vista economico l’eliminazione totale sulla prima casa: «Superare il sistema attuale non vuol dire togliere la tassa a tutti» ha chiarito ancora una volta il viceministro Fassina. Il leader del partito Guglielmo Epifani indica una soluzione possibile: «Su Iva e Imu cerchiamo soluzioni logiche e compatibili, bisogna metter mano a una assenza decennale di politica industriale. Questo è ciò che noi vogliamo fare e lo diciamo con chiarezza al Paese» ha commentato. La Lega ci crede poco: «Saccomanni ha scoperto le carte sbugiardando le promesse di Letta: due mesi di inutili discussioni», tuona Maurizio Fugatti.


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