Forte aumento di capitale e cinquemila esuberi

by Sergio Segio | 1 Agosto 2013 7:19

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In cambio del via libera al prestito governativo da 4 miliardi (a un tasso iniziale del 9% e a tendere fino al 15%), i cosiddetti Monti-bond, Bruxelles ha chiesto all’Italia, direttamente al ministero del Tesoro, uno sforzo ulteriore per dare «stabilità» all’istituto. Le richieste di Almunia sono risuonate a Siena come una missione al limite del realizzabile. Nel piano di Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, amministratore delegato e presidente, i tagli sono già molto pesanti e prevedono, tra le altre cose, l’ uscita di altri 4.600 dipendenti, dopo la mobilità che ha già interessato 3 mila persone e la chiusura di 400 sportelli. Nemmeno a Roma, negli uffici tecnici del ministero dove si lavora a una mediazione possibile con l’Europa, ci si nasconde entità e conseguenze del problema occupazione: nuovi risparmi potrebbero tradursi in altri 5 mila esuberi, portando il totale a 10-11 mila, un terzo dei 31 mila dipendenti.
C’è un mese di tempo per presentare ad Almunia, ai primi di settembre, chiarimenti e nuovi impegni. Al momento una revisione del piano è data per scontata anche se non è chiaro come. Si ipotizza di alzare, forse raddoppiare, l’importo dell’aumento di capitale da un miliardo già deliberato dagli azionisti. Uno sforzo considerevole che tuttavia servirebbe solo in parte a sedare le preoccupazioni di Almunia. La principale è l’esposizione della banca sui titoli di Stato della Repubblica italiana. La richiesta è di ridurre drasticamente il portafoglio dei bond pubblici (da qui i minori ricavi da interessi, circa 320 milioni, e la necessità di nuovi tagli ai costi del personale), richiesta nei confronti della quale il ministero dell’Economia, come ovvio, non è in una posizione semplice. Come lo stesso Profumo ebbe modo di spiegare, l’intervento dello Stato in Mps è dovuto anche alla forte esposizione di quest’ultima nei suoi confronti.

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