Fonsai, sequestrati 250 milioni ai Ligresti

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TORINO — L’ultima mossa della magistratura sulla vicenda Fonsai è un maxi-sequestro da 251,6 milioni. Lo hanno eseguito ieri gli uomini della Guardia di Finanza in tutt’Italia. Nella rete delle Fiamme gialle sono finiti alberghi di lusso, immobili, tra cui anche la storica casa di famiglia Ligresti a Milano, ma anche polizze assicurative e conti correnti intestati ai manager coinvolti nella bufera giudiziaria. Il loro valore complessivo corrisponde “all’illecito profitto” che, secondo la Procura di Torino, i Ligresti e i loro massimi dirigenti avrebbero ottenuto durante la gestione della società assicurativa.
Tra gli immobili “congelati” ci sono alcuni degli alberghi più prestigiosi d’Italia, quasi tutti riconducibili alla società Atahotel. Il Principi di Piemonte di Torino, l’hotel dei vip del capoluogo piemontese (vale 38 milioni), e il Naxos Beach di Taormina, che con i suoi agrumeti e terreni all’ombra dell’Etna costituisce un patrimonio di quasi 64 milioni. Nell’elenco del decreto di sequestro, disposto dal Gip Silvia Salvadori, compaiono anche il Golf Hotel di Madonna di Campiglio, nato nell’antico chalet degli Asburgo frequentato pure dalla corte della principessa Sissi (37 milioni), il Varese dell’omonima città lombarda (53 milioni) e il Gran Hotel Fiera Milano che vale circa 23 milioni.
Le prime quattro strutture sono tutte gestite da Atahotel, società controllata al 51 per cento da Fondiaria Sai e al 49 per cento da Milano Assicurazioni, e dunque oggi confluite nel gruppo Unipol. Ed è proprio intorno a questa società che ruota uno dei perni dell’indagine. Nella richiesta di misura cautelare, formulata dal procuratore aggiunto Vittorio Nessi e dal sostituto Marco Gianoglio, che ha portato all’arresto di quasi tutti i componenti della famiglia Ligresti e degli ex manager, l’Atahotel viene definita «una scatola piena di debiti» che i Ligresti hanno venduto alla loro Fonsai attraverso un’operazione «priva di profili di convenienza » e «ad un prezzo non congruo » (si parla di 8 milioni in più del dovuto).
Il sequestro della Guardia di Finanza non ha turbato l’attività degli hotel, che restano tutti aperti, né ha destato preoccupazione nella clientela. Ha causato
però il disappunto di Unipol-Fonsai che, spiega un portavoce, ritiene «assolutamente non condivisibile per la parte che ci riguarda il provvedimento di sequestro odierno» e che annuncia azioni per tutelare i suoi interessi e quelli degli azionisti. Contromosse valutate anche dai legali degli indagati.
Gli alberghi di proprietà Fonsai valgono infatti 215 milioni, dunque la fetta più grossa del patrimonio sequestrato. Il resto è stato invece “congelato” direttamente agli indagati. Grazie ad una perquisizione a casa di Giulia Ligresti le Fiamme Gialle hanno anche smascherato il “tesoretto” della società Pegasus, una Spa interamente riconducibile alla famiglia e proprietaria di un complesso immobiliare da 13,5milioni, tra cui figurano anche le abitazioni
di Salvatore e dei figli.
Sotto sequestro, poi, polizze assicurative intestate al patron e alle due figlie Jonella e Giulia (entrambe in carcere) per 9,2 milioni; 9 conti bancari riconducibili a Paolo Ligresti, latitante in Svizzera; 27 conti dell’ex ad Fausto Marchionni; 31 del suo successore Emanuele Erbetta e 17 dell’ex vicepresidente Antonio Talarico. «Questa è l’ultima misura preventiva nell’ambito dell’inchiesta », spiegano dal comando provinciale della Guardia di Finanza, e si aggiunge ai circa 30 milioni già sequestrati in Svizzera a fine luglio.
In Borsa la mossa delle Fiamme Gialle non ha avuto particolari ripercussioni sul titolo Fonsai, che ha chiuso la seduta con un meno 0,6 per cento a 1,617 euro, mentre Unipol è salita dell’1,95 a 3,032 euro.


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