Eurozona fuori dalla recessione, noi ancora no

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La nave va. Ormai è ufficiale: dopo sei trimestri consecutivi con il segno meno, l’Europa ha ripreso il cammino della crescita. Lenta, ancora fragile, non uniforme – e l’Italia è tra quei sei paesi che ha ancora il segno meno – ma comunque in crescita per il Vecchio Continente, che ha archiviato finalmente un trimestre in rialzo, più 0,3% nel periodo aprile-giugno 2013. Era da 18 mesi che l’economia dell’Eurozona non migliorava rispetto al trimestre precedente. Stesso tasso di crescita (+0,3%) per l’Europa a 27 paesi.
La fotografia viene da Eurostat, migliore delle aspettative (gli economisti avevano stimato un primo dato con il segno più, ma in misura più contenuta); tuttavia rispetto ad un anno fa per l’eurozona il secondo trimestre 2013 è ancora in calo dell’1,1% rispetto allo stesso periodo 2012 mentre per l’area della Ue la contrazione è dello 0,7%. Ancora l’Eurostat ricorda che nel secondo trimestre 2013 gli Usa hanno segnato una crescita dell’1,4% mentre il Sol Levante dello 0,6%.
Che non sia il momento di esultare lo spiega con chiarezza il vice presidente della Commissione Ue e commissario degli Affari economici e monetari, Olli Rehn: i dati sono incoraggianti ma la strada da percorrere è ancora lunga, ha spiegato in una nota. «Non c’è spazio per l’autocompiacimento – ha detto – i timidi segnali di ripresa sono ancora fragili, le medie nascondono importanti differenze tra i diversi Stati, alcuni dei quali hanno tassi di disoccupazione a livelli inaccettabilmente alti».
Il ruolo della lepre in questo trimestre l’ha giocato il Portogallo (+1,1%) seguito dalla più strutturata Germania (+0,7%) e dalla Francia (+0,5%). Per l’Italia invece non è ancora scoccata l’ora della ripresa: -0,2% rispetto al primo trimestre 2013 e -2% rispetto ad un anno fa. Tuttavia, il trend è in miglioramento: nel primo trimestre 2013 il calo infatti era stato pari allo 0,6%. Rehn non ha chiamato in causa nessun Paese in particolare, nei suoi inviti alla cautela, ma insiste che occorre andare avanti con le riforme economiche e ridurre la «montagna di debito, pubblico e privato». Per quanto riguarda Italia e Spagna (entrambe ancora in recessione) i dati del trimestre «sono molto in linea con le previsioni», ha detto invece la portavoce della Commissione europea. Che aggiunge: «Restano valide le raccomandazioni » approvate all’unanimità dal vertice dei leader a giugno.
Tuttavia, i mercati finanziari hanno continuato a tenere gli occhiali rosa sull’Italia. A partire dallo spread, il differenziale di rendimento tra il Btp decennale e il Bund tedesco: la chiusura è stata a quota a 236 punti base, in calo di 5 punti rispetto al giorno prima e al livello più basso dall’8 luglio 2011. Bene anche Piazza Affari, che prima della pausa di Ferragosto ha segnato un nuovo rialzo, dello 0,48%, il sesto consecutivo. E bene anche il Montepaschi: la banca senese è salita ancora del 2,76% (tra scambi molto forti) ma nelle ultime quattro sedute ha recuperato il 12% (e dai minimi storici
di inizio aprile il guadagno è del 40%). Il mercato si interroga su cosa possa spiegare tanta euforia, nel mentre sulla banca continuano a pesare le perplessità della Commissione sul piano industriale, propedeutico ad ottenere l’ok sui Monti bond. Per il momento non ci sono indicazioni ufficiali sulla partita, se non che la banca è disposta «a migliorare il piano sotto forma di ristrutturazione », come ha spiegato nei giorni scorsi l’ad Fabrizio Viola.


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