Dai treni in Belgio ai jet russi l’estate in rosso di Finmeccanica

Loading

MILANO — Dall’India, dove incombe l’inchiesta per corruzione sulla vendita di elicotteri, al Belgio che chiede i danni per la contestata fornitura dei super treni. Dal possibile fallimento di Sukhoi partner aeronautico in Russia, alla bocciatura negli Usa per la fornitura di jet ed elicotteri.
Tutto si può dire per Finmeccanica, il gruppo industriale controllato dal Tesoro con oltre 70mila dipendenti, tranne che sia stata una estate tranquilla. Una teoria di notizie negative che hanno finito per condizionare il titolo: le azioni hanno perso da maggio quasi il 20 per cento a Piazza Affari, mentre l’indice principale, tra alti e bassi, è allo stesso livello di tre mesi fa.
L’ultima mazzata, con le quotazioni che hanno perso il 5 per cento in una sola seduta, è arrivata l’altro giorno: la compagna ferroviaria del Belgio Snbc ha annunciato che chiederà 20 milioni di danni come ricaduta della sospensione dal servizio dei treni superveloci costruiti da Ansaldo Breda pochi giorni dopo l’inaugurazione. Troppi difetti, riconosciuto anche da un tribunale che ha già imposto la restituzione di 37 milioni dati in garanzia. Una caduta di immagine, cui si aggiunge la perdita dell’intera commessa.
Ma i guai arrivano anche dalla Difesa, uno dei settori su cui l’ad di Finmeccanica Alessandro Pansa punta molto. Il ministero della Difesa russo ha rinunciato all’acquisto di 35 elicotteri Aw della Agusta Westland perché considerati «troppo cari». Gli stessi velivoli (per la verità, i più venduti al mondo nella loro categoria) al centro dell’inchiesta per corruzione in India, le cui ricadute in Italia hanno portato in carcere l’ex numero uno di Finmeccanica Giuseppe Orsi. E l’India, pochi giorni fa, ha fatto sapere di aver scoperto irregolarità nella gara cui ha partecipato il gruppo italiano.
Anche il Dipartimento Usa alla difesa, ai primi di agosto, ha annunciato che rivedrà l’acquisto dei caccia F35 (gli stessi che vuole prendere il governo italiano), realizzati da Lockheed con la partecipazione di Alenia, controllata Fimnmeccanica. Mentre dalla Russia arriva un’altra tegola: le difficoltà finanziarie del partner Sukhoi (secondo la stampa moscovita addirittura sull’orlo del fallimento): in joint venture con Alenia Aermacchi è impegnato alla realizzazione del Superjet 100.
Un’estate tutta da dimenticare? A ben guardare, qualche notizia positiva non manca tra gli avvenimenti degli ultimi mesi. Un contratto da 690 milioni per la segnaletica della metropolitana di Riyahd, in cordata con Impregilo-Salini, che realizzerà il tunnel. E uno per altri 300 milioni in Brasile per la costruzione di un satellite per telecomunicazioni, in joint venture con i francesi di Thales Space. Ma le due gare vinte dalle
controllate Ansaldo Sts e Alenia non sono sufficienti a controbilanciare tutto il resto, anche perché gli incassi sono spalmati su più anni.
La semestrale si è chiusa con un passivo di 79 milioni e ordini in calo del 19%. Quando, invece, i manager hanno garantito di chiudere il 2013 «con un piccolo utile». Ma il piano di riduzione del debito (quasi 5 miliardi) si basa sulla cessione di Ansaldo Breda, Ansaldo Sts e Ansaldo Energia, fino ad oggi bloccati dalla componente Pd del governo Letta. tanto che è allo studio il piano b: quotazione di Agusta o cessione del 40% della controllata Usa Drs.


Related Articles

La megainchiesta sui paradisi fiscali

Loading

La megainchiesta sui paradisi fiscali

Giornalisti di mezzo mondo hanno lavorato per 15 mesi su una massa enorme di documenti riservati sui conti off-shore: c’entrano dittatori, truffatori di Wall Street e dirigenti di grandi aziende

Confindustria al fianco di Tremonti “Il governo sostenga la manovra”

Loading

Gli imprenditori: subito il piano di rientro chiesto dalla Ue. Si delineano le misure da 40 miliardi: costi standard per sanità  e ministeri, tagli a pubblico impiego e costi della politica

Abiti puliti, coscienze meno

Loading

 Alcune delle vittime del crollo Alcune delle vittime del crollo

 Tre mesi fa la tragedia del crollo di uno stabilimento in Bangladesh in cui hanno perso la vita 1129 persone. Ora le multinazionali dell’abbigliamento hanno firmato un accordo in cui si impegnano a garantire la sicurezza dei lavoratori, vigilando anche dull’operato delle ditte esterne cui affidano la produzione. Ma qualche colosso ancora manca all’appello. E i risarcimenti alle vittime sono ancora in alto mare

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment