Credito alle imprese, ecco le misure

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ROMA — «Un impulso alla ripresa economica»: riscuote il giudizio sostanzialmente positivo di Confindustria la definitiva approvazione, ieri a mezzogiorno alla Camera, del decreto del Fare, che punta moltissimo sul rilancio delle imprese italiane. Il testo licenziato con 319 sì, 110 no e due astenuti, conferma infatti le «semplificazioni, le disposizioni a sostegno degli investimenti e della liquidità delle imprese» fortemente volute da viale dell’Astronomia, che però resta critica nei confronti «del meccanismo della responsabilità solidale fiscale, che sta bloccando la filiera dei pagamenti negli appalti, con evidenti ricadute sulla liquidità». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, assicura: «Le nuove norme aiuteranno la crescita dell’Italia». Critici Lega nord, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Scontenti i gestori dei distributori di carburante, con Assopetroli che prefigura un allargamento sostanziale della platea di chi pagherà dal 2014 la Robin tax (un 6,5% in più sull’Ires). Soddisfatti gli agricoltori, per le norme sulla filiera corta, sulla possibilità di vendita diretta da parte delle aziende agricole, oltre che per il taglio dell’accisa sul gasolio che salva «oltre 30 mila serre». Ma vediamo in dettaglio cosa prevede il provvedimento.
Come si rilancia l’impresa
I primi articoli del decreto ampliano le possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese, mediante una parziale riforma delle regole di accesso al Fondo di garanzia, che viene aperto anche ai professionisti iscritti agli ordini professionali e alle associazioni di professioni non organizzate. Viene ripristinata, in particolare, la riserva del 30% dell’importo di rifinanziamento del Fondo per gli interventi di controgaranzia a favore dei confidi, ovvero i consorzi con attività esterna, le società cooperative, le società consortili per azioni, che svolgono attività di garanzia collettiva dei fidi per agevolare le imprese nell’accesso ai finanziamenti. I confidi riuniscono non meno di 15 mila imprese e garantiscono finanziamenti superiori ai 500 milioni di euro. Per quanto riguarda gli interventi di taglia inferiore, riservata una quota del 50% del Fondo ad interventi non superiori a 500 mila euro d’importo massimo garantito per singola impresa. Al Fondo potranno versare contributi anche enti, società, o singoli cittadini per destinare risorse alla microimprenditorialità. Viene poi previsto un finanziamento, circa 150 milioni di euro, dei contratti di sviluppo con programmi nel settore industriale e agroindustriale, nonché un contributo a fondo perduto del 50% della spesa per ricerca industriale, artistica, musicale e umanistica. Cancellato il Durt, il documento unico di regolarità tributaria.
Moderni ed efficienti
Per il rinnovo di macchinari e impianti, costituito un plafond di 2,5 miliardi di euro incrementabili fino a 5 miliardi, che, fino al 31 dicembre 2016, fornirà provvista alle banche per i finanziamenti alle imprese. Estesa la legge Sabatini: tra gli acquisti incentivati, compresi anche gli investimenti in hardware e tecnologie digitali. Una norma nell’ottica della modernizzazione, come il wi-fi libero nei locali pubblici e l’eliminazione del fax nella Pubblica amministrazione. Mentre va nell’ottica dell’efficientamento il taglio degli stipendi ai manager delle società pubbliche quotate, equiparate e le loro controllate: meno 25% al prossimo rinnovo.
Multe e fisco più morbidi
Contravvenzioni ridotte del 30% per chi paga entro cinque giorni dalla notifica. E diventa legge la riforma di Equitalia per agevolare in contribuenti in difficoltà con il fisco: 120 rate, impignorabilità della prima casa, impignorabilità (se non per un quinto) dei beni dell’impresa, soglie alte di debito per aggredire la seconda casa, fine dell’aggio, il balzello richiesto per l’attività di riscossione.
Costruire e ri-costruire
Per demolire e ricostruire con modifica della sagoma, sarà possibile ricorrere alla semplice Scia, la segnalazione certificata di attività, ma vengono tutelati i centri storici con l’obbligo per il Comune di individuare entro il 30 giugno 2014 le aree da salvaguardare. Nel caso di lavori fatti in proprio, c’è l’esonero dall’obbligo di presentare il Durc, il Documento unico di responsabilità contributiva. Per la messa in sicurezza delle scuole, stanziati 450 milioni, con i sindaci-commissario a gestire i fondi.
Valentina Santarpia


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