Cig in deroga, soldi finiti: rischiano in 500.000

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ROMA — I soldi stanziati sono finiti e agosto è in «rosso». Per chi vive grazie alla cassa integrazione in deroga è già emergenza: a lanciare l’allarme sono i sindacati e le Regioni, che fatti i conti con i finanziamenti a disposizione e le richieste di aiuto arrivate dalle imprese, avvertono che — senza ulteriori stanziamenti — da qui alla fine dell’anno 500 mila lavoratori rischiano di restare senza lavoro e senza alcuna entrata. Si tratta dei dipendenti che avrebbero appunto diritto alla cassa integrazione in deroga, l’ammortizzatore sociale creato per garantire un reddito a chi è escluso dalla cig ordinaria (piccole imprese, subordinati, apprendisti).
La domanda per accedere a tale formula è in continuo aumento (secondo dati Inps più 57,7 per cento di ore richieste solo tra maggio e giungo), ma la copertura fornita dal governo con il primo decreto firmato dal premier Letta è bastata appena per arrivare alla fine di luglio. Di fatto, in tutti i settori, l’utilizzo della cig in deroga sta diminuendo perché le richieste delle aziende non vengono accolte. Sulla carta, il governo aveva messo a disposizione un miliardo, ma i fondi materialmente distribuiti si sono fermati a 550 milioni. «Le Regioni hanno ristretto la platea degli aventi diritto e abbassato la durata della copertura garantita » spiega Claudio Treves, responsabile del mercato del lavoro per la Cgil. «Ma non è bastato: senza altri interventi di sostegno, entro la fine dell’anno, 500 mila lavoratori resteranno a reddito zero». Stima condivisa dalle Regioni.
Per coprire la cig in deroga da qui alla fine di dicembre servirebbero altri 1,5 miliardi, tutti da trovare. Il governo ha promesso una soluzione entro il 31 agosto – così come per l’Iva, Imu e gli esodati – chiedendo però a sindacati e Regioni di rivedere anche i criteri per la concessione. «Siamo pronti a parlarne – dice Simona Sorrentino, segretario confederale Cgil – anche perché è evidente che il sistema messo in atto dalla riforma Fornero non regge più. Ma la priorità adesso è trovare quel miliardo e mezzo necessario a coprire l’ammortizzatore fino alla fine dell’anno e prevedere da adesso risorse per il 2014, altrimenti già da gennaio ci troveremo di nuovo in affanno».
L’impegno del governo a provvedere all’emergenza entro la fine del mese non tranquillizza nemmeno le Regioni. Gianfranco Simoncini, assessore al lavoro per la Toscana e coordinatore nazionale di tutti gli assessorati regionali in materia, ha appena scritto una lettera al ministro Giovannini per avvertirlo dell’entità del «dramma». «Diverse imprese, vista la mancata copertura, hanno cominciato a licenziare. Solo in Toscana possiamo fin d’ora contare 20.150 lavoratori cui non riusciremo a versare la cassa integrazione in deroga. L’emergenza sociale è alta e non finirà qui: bisogna arrivare ad una copertura universalistica chiedendo anche alle piccole imprese di partecipare al fondo Inps. Ma prima di farlo dobbiamo tagliar loro le tasse».


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