Bocciatura Cgil: i nodi sono pensioni e lavoro
ROMA — «Basta con gli annunci, sono soluzioni che non convincono». La risposta della Cgil alle misure partorite dal Consiglio dei ministri è dura. Arriva quando la riunione è terminata e l’impatto delle decisioni più chiaro.
Secondo il sindacato guidato da Susanna Camusso, invece di alleggerire il peso sulle spalle dei lavoratori, come promesso, si è guardato altrove: «L’urgenza fiscale da affrontare non era certo questa».
Per la Cgil a questo punto «non ci potrà essere una legge di Stabilità senza una risposta fiscale al lavoro e alle pensioni». Il sindacato pare ammorbidire i toni solo quando si apre il capitolo cassa integrazione ed esodati: le misure approntate dal governo Letta vengono considerate «importanti » pur lasciando irrisolte diverse questioni.
Differente l’approccio del leader della Cisl Raffaele Bonanni. Che nel caso della cancellazione della prima rata dell’Imu parla di «fatto positivo», nonostante le alchimie politiche messe in campo per mantenere in piedi l’esecutivo «non rappresentino la migliore soluzione possibile». Secondo Bonanni, però, si corre un rischio: quello che tutto il provvedimento si traduca «in una “partita di giro”» o addirittura «in un rimedio peggiore del male. Vedremo infatti quali saranno le modalità di copertura per la seconda rata dell’Imu e soprattutto quale sarà l’impatto della nuova service tax ».
Chi invece plaude all’operazione Imu sono Confedilizia (che con il presidente Corrado Sforza Fogliani parla di «data storica per la fiscalità immobiliare) e l’Ance, associazione dei costruttori edili. «Le misure a favore dei mutui e la revisione sull’Imu con l’eliminazione di quella sull’invenduto sono uno strumento fondamentale per far ripartire l’edilizia e per ridare alle famiglie la possibilità concreta di acquistare casa», dice il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti. Secondo il quale «l’esecutivo ha intrapreso una nuova politica economica che vede l’edilizia come motore della crescita». La soppressione
dell’Imu sull’invenduto, in particolare, mette fine «a una stortura fiscale che grava solo sul comparto delle imprese di costruzioni ».
E grazie al mancato ritocco delle accise sui carburanti, tirano un sospiro di sollievo — oltre agli automobilisti — pure le oltre mille imprese del settore della commercializzazione delle benzine e dei servizi energetici rappresentate da Assopetroli-Assoenergia. Il presidente Franco Ferrari Aggradi plaude al governo e auspica «che l’impegno a non aumentare il prelievo fiscale sui carburanti sia mantenuto anche per il futuro».
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