«Kosovo, dopoguerra di crimini»

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1.187 crimini di guerra, impuniti, in dieci anni, dal 1999 all’ingresso della missione Eulex L’intervento armato in Kosovo vuole seguire l’esempio del Kosovo ’99? «Allora sarà necessario sapere che quella guerra portò, oltre all’invenzione di uno stato creato dai bombardamenti della Nato, un dopoguerra di crimini impuniti contro tutte le popolazioni con una nuova pulizia etnica a danno della minoranza serba, rom e degli albanesi considerati «collaborazionisti». Come, aggiungiamo noi, impuniti rimangono gli «effetti collaterali» dei bombardamenti «umanitari della Nato.
Nel rapporto «Kosovo, l’eredità dell’Unmik: mancata giustizia e riparazione per i familiari delle persone rapite», lanciato alla vigilia del dibattito che si svolgerà oggi 29 agosto al Consiglio di sicurezza dell’Onu, Amnesty International (press@amnesty.it) ha denunciato che la Missione di amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kosovo (Unmik) – insediatasi dopo l’occupazione della Nato – ha clamorosamente mancato di indagare sul rapimento e sull’uccisione di serbi kosovari nel periodo successivo al conflitto del 1998-99, nonostante uno degli incarichi affidatole dal Consiglio di Sicurezza Onu fosse proprio la tutela dei diritti umani.
«Il fallimento dell’Unmik nelle indagini su quello che ha costituito un diffuso e sistematico attacco contro la popolazione civile e che potrebbe configurarsi come crimine contro l’umanità, ha favorito il clima di impunità che prevale in Kossovo» – ha dichiarato Sian Jones, ricercatrice di Amnesty International sul Kosovo. Non c’è prescrizione per i crimini contro l’umanità. Questi devono essere indagati e le famiglie delle persone rapite e uccise devono essere risarcite. Le Nazioni Unite non possono continuare a venir meno alle loro responsabilità.
Il rapporto si basa sui risultati iniziali del Gruppo di lavoro sui diritti umani (Hrap) istituito dall’Unmik per ricevere le denunce di coloro che ritengono che i propri diritti siano stati violati dalla stessa Unmik. L’Hrap ha ricevuto circa 150 denunce da parenti di persone scomparse, principalmente serbi kosovari che si presume rapiti da membri delle milizie Uck. In ogni denuncia si sostiene che l’Unmik non abbia saputo indagare in modo adeguato.
L’Hrap ha rilevato che in diversi casi l’Unmik non è stata in grado di presentare alcuna prova che l’inchiesta fosse stata compiuta, mentre in altri la polizia dell’Unmik sembra aver interrotto le indagini non appena il corpo della vittima era stato consegnato ai parenti.. (…) A partire dal biennio 1999-2000 – dalla guerra della Nato che si conclude nel giugno 199 con l’ingresso delle truppe atlantiche all’occupazione Nato e Unmik – , Amnesty ha monitorato l’operato dell’Unmik in una serie di casi emblematici di sparizione forzata e rapimento. In cinque casi, che riguardano la sparizione forzata di 27 albanesi, nessun colpevole è stato ancora assicurato alla giustizia. In altri 10 casi, relativi al rapimento di 13 serbi e rom, un solo responsabile è stato assicurato alla giustizia, ma dalle autorità serbe. Per quasi un decennio dopo il conflitto, la polizia dell’Unmik e i pubblici ministeri non hanno saputo avviare tempestivamente indagini efficaci, indipendenti, imparziali e accurate sulle numerose segnalazioni di sparizioni forzate e rapimenti. Di conseguenza, pochi dei sospettati per crimini di guerra e contro l’umanità sono stati assicurati alla giustizia nei tribunali internazionali o nazionali.
Le responsabilità Unmik su ordine pubblico e giustizia sono cessate nel dicembre 2008, quando la Missione Ue (Eulex ha assunto funzioni giudiziarie e di polizia. Ereditando 1.187 crimini di guerra che l’Unmik aveva omesso di indagare. (…) «Le eredità del conflitto in Kosovo devono essere risolte…solo quando questo accadrà, le ferite del passato potranno rimarginars» – ha concluso Jones.
A proposito d’intervento in Siria Romano Prodi ha scritto ieri sul sul Messaggero: «È necessario ricordare, come la storia insegna, che l’entrare in modo attivo in una guerra civile, comporta come naturale conseguenza, l’essere corresponsabili di qualsiasi orrore venga compiuto da coloro verso i quali si è corso in aiuto».


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