«La sinistra sia pronta per il voto Renzi? È un’ottima carta»

by Sergio Segio | 28 Agosto 2013 6:57

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MILANO — «Non sempre è possibile fare le scelte migliori in astratto, e di certo la caduta del governo sarebbe un danno gravissimo. Ma bisogna confrontarsi con la realtà e allora la domanda è: riesce questo esecutivo a governare? Se la risposta è sì, Letta vada avanti. Se è no, bisogna essere pronti». Pronti al voto. Con un’«ottima» carta da spendere: Matteo Renzi. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia è tornato da una settimana di vacanza all’estero. Ma il tentativo di lasciare a casa i problemi è fallito, anche se oggi, dice, andare all’estero non è più un’umiliazione: «Fino a due anni fa l’Italia era il paese del Bunga Bunga, oggi è tornata a essere rispettata».
Sindaco Pisapia, continua a non vedere alternative al voto?
«Non sono un sostenitore del voto a tutti i costi, bisogna però capire qual è il male minore. Far saltare tutto sarebbe rischioso, ma sarebbe una follia avere un governo paralizzato dai veti, incapace di fare le scelte necessarie per il Paese».
Pronti in ogni momento?
«Sì, ma dopo aver cambiato il Porcellum e impegnandosi, fin d’ora, a costruire una coalizione di centrosinistra che sia una casa ampia, aperta e accogliente».
Un dialogo con il Movimento 5 Stelle è ancora possibile?
«Per dialogare bisogna essere in due e sono sconcertato dal fatto che Grillo adesso sia uno strenuo difensore del Porcellum. Per ora sa dire solo dei no. Ma su proposte concrete credo sia possibile trovare una convergenza con singoli parlamentari».
Un giudizio sul governo Letta?
«Il governo attuale non è quello voluto dagli elettori e, come ha ricordato Enrico Letta, neppure dai partiti che lo hanno votato. È un esecutivo di emergenza che, per la qualità del presidente del Consiglio e dei ministri, ha approvato provvedimenti positivi».
Quali?
«Decreto del fare, stabilizzazione di molti precari, investimenti per le infrastrutture. Non è ancora chiaro cosa succederà sui temi come Imu, finanziamento della cassa integrazione, aumento dell’Iva, fiscalità locale. Da queste scelte dipenderà il giudizio finale».
Un Letta bis con le colombe del Pdl?
«Non è ipotizzabile un governo con Pd, Scelta civica e parte del Pdl. Sarebbe quotidianamente condizionato da scontri interni al centrodestra».
Lei è un garantista, vede un ruolo politico per Berlusconi al di là della condanna e dell’eventuale interdizione?
«Intanto non si dimentichi che Berlusconi già usufruisce di un condono di tre anni e che, se non vi saranno altre condanne definitive, non farà un giorno di carcere. Proprio da garantista mi sembra che Berlusconi abbia avuto la possibilità di difendersi pienamente in tutti i gradi di giudizio».
Legittimo rivolgersi alla Consulta?
«Nessuno intende negare a Berlusconi di esporre le proprie tesi in Parlamento. Chi gli vieta di andare in Senato a difendersi? Ma dopo la discussione si voterà: secondo coscienza e “senza vincolo di mandato”. Questa è giustizia, questo è garantismo. Non vedo altre vie percorribili».
Salvare Berlusconi dalla decadenza?
«Trovo giusto, e normale, che si rispetti il principio di uguaglianza davanti alla legge. Nessuno aveva messo in discussione la legge Severino prima di questa evenienza. In ogni caso, un vero leader può avere un ruolo politico importante anche se è fuori dal Parlamento».
Parliamo di Pd, come superare le divisioni interne?
«Il Pd è un grande partito. Più è forte, più aumentano le possibilità di vincere le elezioni: per questo spero si ponga fine ai personalismi e si approfondiscano i programmi, anche per essere pronti al voto».
Renzi potrebbe essere la soluzione?
«Dipende dai tempi… Il candidato premier del centrosinistra sarà deciso dalle primarie, non farle sarebbe un suicidio. Renzi ha tutti i titoli per sfidare la destra e vincere. E se si va a votare presto, mi pare che sia un’ottima carta da spendere, un candidato già in grado di raccogliere consensi anche fuori dello schieramento classico».
Oggi è il giorno di Imu. Quali scenari vede?
«Ci sono due questioni. Una riguarda l’Imu in quanto tale, una i soldi per i Comuni. Togliere l’Imu alle case dei ricchi mi pare una follia, diverso è pensare a chi ha pagato un mutuo per 30 anni per una casa in cui abita. Quanto agli effetti sui bilanci comunali, una cosa deve essere chiara: i Comuni senza un gettito almeno pari a quello derivante dall’Imu non sono in grado di sopravvivere. Ma questo il governo lo sa bene».
Annachiara Sacchi

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