Ripresa più forte dei dubbi Fed, balzo delle Borse

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MILANO — La ripresa del Vecchio Continente supera i dubbi sollevati dai verbale delle riunioni della Federal Reserve Usa. E così dopo alcune sedute grigie ieri sulle Borse europee è tornato a splendere il sole. Milano tra tutte è stata la migliore, con il Ftse Mib che ha chiuso in rialzo del 2,55% a 17.309 punti, beneficiando del rimbalzo dei bancari. Bene anche Madrid, in progresso dell’1,98%, Francoforte (+1,36%), Parigi (+1,1%) e infine Londra (+ 0,88%).
L’indice Pmi che misura l’attività economica dell’Eurozona ad agosto è salito a quota 51,7 punti, superando le attese (50,9) e i risultati di Luglio (50,5) toccando il massimo da 26 mesi. Sono tornati a crescere sia i servizi (51,0 da 49,8 di luglio) che il comparto manifatturiero (51,3 da 50,3). La parte del leone come sempre spetta alla Germania, sopra quota 52 sia per il terziario che per il manifatturiero, mentre la Francia resta sotto i 50 punti che fanno da demarcazione tra l’espansione e la contrazione. E anche in Cina ad agosto l’attività manifatturiera è tornata a crescere oltre le attese: per l’indice calcolato da Hsbc è salita a 50,1 punti dai 47,7 di luglio. Si tratta del livello più alto da 4 mesi e lascia ben sperare perché anche l’indice sui nuovi ordini ad agosto è salito a quota 50,5 punti.
Segnali positivi per l’Eurozona sono arrivati anche dall’Ocse, che dopo sei trimestri consecutivi ha confermato che la ripresa è ripartita nel secondo trimestre. Nell’area euro il Pil è tornato a crescere dello 0,3% contro il – 0,3% registrato tra gennaio e marzo 2013. Rallenta invece il calo del Pil italiano,
che nel secondo trimestre è sceso solo dello 0,2%, dopo il -0,6% nel primo trimestre. Una tendenza che lascia ben sperare per il futuro, come annunciato giorni fa dal ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, che aveva previsto una ripresa entro fine anno. Tanto è bastato a far scendere il differenziale fra Btp e Bund decennali a quota 239 punti, che equivale a un rendimento del 4,31%.
Se in Europa e in Cina ieri splendeva il sole, sugli Usa sono calate alcune ombre. Le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono salite a 336mila unità, in aumento di 13mila rispetto al livello della settimana precedente e peggio rispetto alle previsioni.
Le tensioni sul mercato obbligazionario Usa si sono allentate dopo che il Comitato ristretto della Federal Reserve ha confermato la probabilità che il
tapering,vale a dire la riduzione del programma di acquisti di obbligazioni volto a sostenere l’economia Usa, potrebbe iniziare a fine anno. Tuttavia dai verbali diffusi mercoledì notte emerge che le opinioni della Banca centrale Usa in proposito sono diverse: tutti i governatori locali sono concordi sull’avviare una riduzione degli acquisti di bond rispetto agli attuali 85 miliardi al mese, ma sui tempi c’è una spaccatura fra chi vorrebbe un taglio a breve e chi invece è cauto e teme per le prospettive dell’economia americana. Infine ieri un problema tecnico ha mandato in tilt le negoziazioni sulle opzioni di colossi come Google e Apple, impedendo all’indice Nasdaq di avviare le contrattazioni per diverse ore. E lo stop degli scambi sull’indice tecnologico ha alimentato il nervosismo anche su tutti gli altri listini di Wall Street. Le contrattazioni sono riprese regolarmente alle 21.28 ora italiana. Il presidente Obama è stato informato della sospensione.


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