Lo spread va giù, il tasso del mutuo no
ROMA — Mentre lo spread tra Btp a 10 anni e Bund scende tra la soddisfazione generale, c’è un differenziale che rimane inchiodato a dispetto dei primi, timidi segnali di ripresa: quello tra il tasso medio sui mutui applicato dalle banche italiane e da quelle degli altri Paesi europei. A maggio 2013, ricorda Confartigianato in un rapporto su edilizia e mercato immobiliare, era ancora al 3,53%, «superiore di 66 punti base al tasso del 2,87% dell’area euro». Con la Francia il gap arriva a 76 punti base, con la Spagna a 63, la differenza con la Germania è di 62 punti. Rispetto all’anno scorso il tasso medio italiano
è sceso solo di 26 punti base, rimanendo pertanto superiore di 131 punti base al minimo di maggio 2010. Non bisogna stupirsi che, complice la crisi, l’aumento della disoccupazione, le difficoltà generali delle famiglie, il mercato immobiliare continui a sprofondare: nel primo trimestre di quest’anno le compravendite si riducono ancora del 13,8%, si tratta del quinto calo consecutivo.
Mentre fino a qualche anno fa i nostri tassi erano mediamente più vantaggiosi rispetto a quelli europei, «con la fase di crisi acuta del debito sovrano si è invertita la tendenza e da inizio 2012 l’Italia mostra un tasso stabilmente al di sopra di quello osservato nei maggiori Paesi Europei», sottolinea Confartigianato. Di conseguenza il numero di mutui e finanziamenti per l’acquisto di abitazioni tra il 2012 e il 2011 si è ridotto del 37,4%, una tendenza che non si arresta visto che anche nel giugno di quest’anno si è registrata un’ulteriore riduzione dello 0,8%. A soffrire del caromutui e della restrizione del credito sono soprattutto giovani e stranieri: dai dati della Banca d’Italia emerge che tra il 2006 e il 2012 la quota dei nuovi finanziamenti concessi agli under 35 è scesa dal 42 al 35%, mentre quella a favore degli extracomunitari si è ridotta dal 10 al 4%.
Confartigianato si augura che un deciso impulso al mercato possa arrivare dagli interventi messi in campo dal governo. In particolare, il segretario generale Cesare Fumagalli fa riferimento al «piano da 5 miliardi per agevolare l’erogazione di mutui a famiglie e imprese. Ma senza dimenticare l’efficacia di misure come le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni». In particolare, gli esperti dell’associazione hanno calcolato che grazie agli incentivi per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico varati a giugno dal governo sarà possibile creare 13.700 nuovi posti di lavoro nelle costruzioni, un settore asfittico che nell’ultimo anno ha perso 122.000 occupati e dall’inizio della crisi, nel 2009, 391.000. Nel primo trimestre 2013 per la prima volta a calare non sono solo i prezzi delle abitazioni esistenti (-7,7%) ma anche di quelle di nuova costruzione (-1,1%): si tratta del primo calo tendenziale da due anni. Gli agenti immobiliari non sperano in miglioramenti: a segnalare un calo dei prezzi per l’anno in corso è l’83,1%, contro il 69,1% del primo trimestre 2012. Altro segnale negativo arriva dai tempi medi di vendita, che si allungano a 8,6 mesi, contro i 7,7 del corrispondente periodo dell’anno scorso.
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