“La Fondazione andrà sotto il 10%” Profumo riaccende il Montepaschi

by Sergio Segio | 17 Agosto 2013 6:47

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MILANO — «A tutti i fantini che corrono il palio della banca o della Fondazione dico: correte per vincere, per far in modo che il valore della azioni della banca sia il più alto possibile». Non poteva che essere una metafora legata al palio (ieri si correva quello dell’Assunta) quella rilanciata dal sindaco di Siena, Bruno Valentini. Non è un invito retorico, né privo di polemica: «Se si continua ad insistere dicendo che non ci sono compratori disposti a investire su Mps, il titolo non potrà che essere depresso».
Il riferimento è alle dichiarazioni di Alessandro Profumo. Alla vigilia di Ferragosto, intervistato in serata alla festa del Pd, il presidente della banca aveva fatto una serie di dichiarazioni a dir poco forti. La prima: «Abbiamo oggi la probabilità di riuscire ad evitare» la nazionalizzazione «ma non la certezza». La seconda: «Se esistono investitori stranieri ben vengano» però è strano che «non ne abbiano parlato con chi detiene il 33% delle azioni», cioè la Fondazione Monte Paschi. Infine la terza, una sorta di bomba: per la banca ci sarà un «aumento di capitale consistente » e alla «fine del percorso la Fondazione sarà sensibilmente sotto il 10%».
Musica, ieri, per le orecchie degli operatori, che in Borsa hanno spinto il titolo in rialzo dell1’1,64%, ancora una volta tra volumi molto forti: in cinque sedute, il titolo è salito del 16%. Ma nello stesso tempo, parole che sono suonate come una doccia fredda per molti senesi: la Fondazione
sotto il 10%, dopo un aumento di capitale «consistente» (sebbene tutto ciò accadrà «a fine periodo», ha ricordato Profumo) è una dichiarazione forte. La banca ha approvato un aumento – da realizzarsi nel 2014 e senza diritto di opzione per i soci attuali – da un miliardo (anche se sul mercato qualcuno aveva prospettato persino un aumento da 2 miliardi). E ancora, la Fondazione ha più volte ricordato che intende ripagare il prima possibile (vendendo titoli Mps) i 350 milioni di debiti residui contratti in occasione dei precedenti aumenti. Già quest’ultima voce, tenendo ferma la capitalizzazione di 2,7 miliardi toccata ieri, porterebbe la Fondazione ad una cura dimagrante importante. Cui va aggiunto l’aumento di capitale.
Ma che sia «matematica» (come aveva detto Profumo) è stato smentito ieri da Valentini: «Quanto scenderà la Fondazione, lo deciderà la Fondazione e lo farà in base alla quotazione del titolo», spiega. «In tanti dicono che la Fondazione è destinata a scendere e sicuramente lo è» ma ha aggiunto: «Credo che il lavoro di Profumo e dei suoi collaboratori sia quello di far crescere il valore della banca e se si fa bene questo lavoro la Fondazione non scenderà aritmeticamente sotto il 10%», grazie agli utili che arriveranno. Certo: «I prossimi sei mesi saranno decisivi per salvare Mps, ancora malata». E nel frattempo, Profumo e Fabrizio Viola (l’ad) come si stanno muovendo? «Sono stati bravi. Ma per il futuro ci vuole più coraggio»,
ha concluso.

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