Linke in lutto, è morto Lothar Bisky

by Sergio Segio | 14 Agosto 2013 6:57

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Lothar Bisky, uno dei padri fondatori della Linke tedesca insieme a Gregor Gysi, è venuto a mancare ieri, improvvisamente. Le cause della morte non sono ancora note. Il suo compagno di tante battaglie Gregor Gysi ne ha dato notizia nella tarda mattinata di ieri. Gysi ha detto tra l’altro che non si può pensare a una Linke senza Bisky.
Entrato nella Sed (Partito socialista unificato di Germania) nel 1963, ha vissuto tutte le fasi di cambiamento della ex Germania democratica con Gysi, avviando in seguito la fusione tra il Pds (Partito socialdemocratico) e la Wasg (Partito del lavoro e della giustizia sociale, noto anche come Alternativa elettorale) della Germania occidentale, confluendo nella Linke attuale. Ultimamente era deputato e capogruppo della Linke nel Parlamento europeo.
Di lui sicuramente sono da ricordare le grandi battaglie nel campo delle politiche sociali e sui temi della solidarietá. Tanto che anche Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, ricordandolo ieri lo ha definito un «grande compagno». Altri ne ricordano lo spirito pragmatico, il rigore e la determinazione nella ricerca degli obiettivi prefissati.
Ancora Gregor Gysi, infatti, ricorda che Lothar Bisky fu la persona che più di tutti volle l’unificazione delle sinistre in Germania, cercando anche compromessi difficili ma tenendo sempre la barra ferma sui temi della solidarietá e del sociale. Tutti ricordano che senza di lui il partito della Linke non si sarebbe mai formato. Bisky ha cercato sempre di smussare le divergenze interne, creando una forte base di uguaglianza politica nel partito. La stessa idea di uguaglianza che poi ha provato a sviluppare anche nella societá tedesca.
Nato in Polonia ma cresciuto fin da piccolo nella Germania dell’est, Lothar Bisky studia prima Filosofia alla Humbold di Berlino, poi si sposta a Lipsia all’Università Karl Marx, frequentando anche quegli studi culturali che gli saranno sempre utilissimi nella sua vita politica e sociale fino ad ieri. Presso il parlamento Europeo era anche nella commissione Cultura e Istruzione, e in particolare era responsabile per i rapporti con la Cina.

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