«Rispettare le sentenze Valuterò eventuali richieste di clemenza»
ROMA — «Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto». Dopo giorni di pressioni, polemiche e attese, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde con una lunga nota alle richieste di «soluzione» al problema politico lasciato aperto dalla condanna definitiva subita dal leader del centrodestra Silvio Berlusconi. Lo fa con un appello alla responsabilità di tutti a considerare il bene del Paese per il quale sarebbe «fatale» una crisi dopo 100 giorni di governo. Con un monito a respingere «la tendenza ad agitare, in contrapposizione a quella sentenza, ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere». Ma lasciando aperto uno spiraglio.
«In quanto ad attese alimentate nei miei confronti, va chiarito che nessuna domanda mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta» rimarca il capo dello Stato, ricordando che negli ultimi anni, nel considerare sollecitazioni alla grazia «si è sempre ritenuta essenziale la presentazione di una domanda».
A chi chiedeva un salvacondotto per il leader pdl, assicura che se la domanda di grazia o commutazione della pena verrà presentata ne seguirà «un esame obiettivo e rigoroso, sulla base dell’istruttoria condotta dal ministro della Giustizia» per verificare se le condizioni «senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza, possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull’esecuzione della pena principale». Altro non è previsto. «In questo momento è legittimo che si manifestino riserve e dissensi rispetto alle conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione», fa notare, ma «non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri». Guai dunque a mettere in dubbio una sentenza che per giunta non è ancora stata scritta: «Intervengo oggi — benché ancora manchino alcuni adempimenti conseguenti alla decisione della Cassazione — in quanto sono stato, da parecchi giorni, chiamato in causa, come presidente della Repubblica, e in modo spesso pressante e animoso», lamenta il capo dello Stato. «Fatale sarebbe una crisi del governo faticosamente formatosi da poco più di 100 giorni; il ricadere del Paese nell’instabilità e nell’incertezza ci impedirebbe di cogliere e consolidare le possibilità di ripresa economica», avverte. E apprezzando la «riaffermazione — da parte di tutte le forze di maggioranza — del sostegno al governo Letta e al suo programma» Napolitano sottolinea che spetta a Berlusconi e al suo partito «decidere della funzione di guida del suo partito» ma nei modi legittimi e nella prospettiva di coesione del Paese.
«Istituzionalmente ineccepibile e ispirata a criteri di equilibrio e saggezza politica» apprezza Lorenzo Dellai (Scelta civica). Plaude Pier Ferdinando Casini: «Il presidente ci richiama alla necessità di tutelare il governo proprio mentre si prospetta qualche miglioramento nella congiuntura, ribadisce l’impraticabilità di elezioni anticipate e esplicita il dovuto rispetto a Berlusconi e al popolo che lo ha votato». E Dario Stefano, Sel, presidente della Giunta per le immunità al Senato aggiunge: «Le sue parole ci confortano. Sentenze e leggi si rispettano e si applicano con rigore e serenità».
La nota è arrivata al termine di una giornata rovente, nella quale dal Movimento 5 Stelle c’era chi paventava la richiesta di impeachment nei confronti di Napolitano, qualora avesse concesso la grazia a Berlusconi. Dopo la nota, il senatore grillino Vito Crimi definisce quella di Napolitano una dichiarazione «un po’ pilatesca». Critica anche la Lega. Scrive su Facebook il vicesegretario Matteo Salvini: «Napolitano dice che “serve una prospettiva di serenità e coesione per poter affrontare i problemi di fondo dello Stato e della societa”. Io sento puzza di fregatura».
Virginia Piccolillo
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