Tunisia: finirà come in Egitto?

by Sergio Segio | 13 Agosto 2013 7:59

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O almeno si spera. Tuttavia la situazione tunisina è talmente tesa da far temere a breve un’escalation delle violenze o un colpo di mano governativo nel tentativo di instaurare a ogni costo la Sharia (la legge islamica).

Il 25 luglio scorso è stato assassinato a colpi di arma da fuoco Mohamed Brahmi[1], leader del Fronte Popolare (Echaab) e deputato dell’Assemblea costituente tunisina. Nel 56° anniversario della Repubblica, e a poco meno di sei mesi dall’omicidio di Chokri Belaid, un altro dirigente della stessa coalizione di sinistra è stato ucciso. Soltanto il giorno precedente un esponente di Ennhada, il principale partito al governo, aveva annunciato che erano stati individuati esecutori e mandanti dell’omicidio di Chokri Belaid e che a breve tutto sarebbe stato reso noto. Per gran parte dell’opinione pubblica le responsabilità sono chiaramente da attribuire agli islamisti e agli stessi esponenti di Ennahda, quest’ultimi invece hanno cercato di scaricare le responsabilità sui gruppi estremisti salafiti.

Sull’omicidio di Brahmi è intervenuto anche l’Alto rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza Comune Europea, Catherine Ashton, che ha parlato[2] di “attacco da parte dei nemici della democrazia contro la repubblica, il popolo tunisino e i valori della rivoluzione del 14 gennaio 2011?. L’esortazione alle autorità tunisine affinché indaghino sull’omicidio senza indugi e consegnino alla giustizia i responsabili, si unisce al disappunto che non siano ancora stati arrestati i killer di Belaid. “L’UE -sottolinea infine l’Alto rappresentante- ritiene che la rapida conclusione della redazione della Costituzione e l’organizzazione delle prossime elezione generali offriranno la migliore risposta a questi attacchi codardi. Sta ora ai partiti politici di governo e di opposizione e alla società civile tunisina trovare i compromessi necessari in uno spirito di consenso, tolleranza e rispetto reciproco”. Condanne e inviti a cui si associano numerosi leader politici e anche Navi Pillay, l’Alto Commissario ONU per i diritti umani.

Un compromesso o un accordo che continua a sfuggire da molti mesi e che difficilmente sarà individuato alla luce degli altri sanguinosi eventi occorsi nel Paese. Il 27 luglio[3] all’alba un’auto della Guardia nazionale tunisina è stata colpita dall’esplosione di un ordigno a La Goulette, periferia nord di Tunisi: un avvertimento in piena regola. Nel pomeriggio un manifestante, Mohamed Moufli, è stato ucciso a Gafsa, nel centro della Tunisia, durante una marcia di protesta contro l’assassinio di Brahmi. Il 29 luglio[4] sono morti in un’imboscata sul monte Chaambi, nel sud della Tunisia, vicino al confine con l’Algeria, 8 militari (ma il numero dev’essere ancora confermato). Al Qaeda Maghreb, a cui si è inizialmente attribuito il massacro, si dichiara estranea ai fatti[5] e la conseguente assegnazione di responsabilità a una cellula terroristica algerina appare a molti una soluzione troppo semplice, un sorta di capro espiatorio estraneo alla Tunisia[6], specie dopo che il governo ha immediatamente attribuito ad essa anche gli omicidi di Belaid e Brahmi. Si temono ora, e pare con cognizione di causa, altri attentati terroristici. Di certo l’esplosione accidentale[7] della casa di un trentenne salafita a Jdeïda, nel sud della Tunisia, lo scorso venerdì 2 agosto, mentre stava preparando una miscela esplosiva, non lascia adito a dubbi al riguardo. Domenica 4 agosto l’agenzia di stampa tunisina, Business News, dava notizia dell’assassinio di 10 terroristi[8] e di diversi arresti nella stessa zona del monte Chaambi, confermando dunque gli scontri armati che si stanno verificando in questi ultimi giorni tra l’esercito e le forze speciali da un lato e i terroristi che hanno preso rifugio nelle montagne dall’altro.

Intanto a Tunisi dal 26 luglio, giorno dei funerali di Brahmi, continua il sit-in dinanzi alla sede dell’Assemblea Nazionale Costituente, il Bardo[9], per chiedere lo scioglimento del governo. Il sito “Occupy Bardo”[10] registra in diretta gli avvenimenti in corso. Al momento sono una sessantina i deputati che si sono ritirati dall’ANC; se le fuoriuscite dovessero raggiungere i 73 deputati (1/3 dei 217) i lavori dell’Assemblea sarebbero bloccati, con conseguenze davvero imprevedibili.

Miriam Rossi[11]

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Endnotes:
  1. è stato assassinato a colpi di arma da fuoco Mohamed Brahmi: http://www.repubblica.it/esteri/2013/07/25/news/tunisia_ucciso_un_oppositore_tensione_altissima_e_la_compagnia_tunisair_cancella_i_voli-63720511/?rss
  2. Catherine Ashton, che ha parlato: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/138407.pdf
  3. Il 27 luglio: http://www.internazionale.it/news/tunisia/2013/07/27/manifestante-ucciso-da-polizia-durante-protesta-a-gafsa/
  4. Il 29 luglio: http://www.corriere.it/esteri/13_luglio_29/tunisia-forze-speciali-esercito-muoiono-in-imboscata-al-quaeda-al-confine-con-algeria_17436178-f885-11e2-a59e-96a502746665.shtml
  5. si dichiara estranea ai fatti: http://www.businessnews.com.tn/details_article.php?t=520&a=39782&temp=3&lan
  6. un sorta di capro espiatorio estraneo alla Tunisia: http://www.businessnews.com.tn/details_article.php?t=520&a=39794&temp=3&lan
  7. l’esplosione accidentale: http://www.businessnews.com.tn/details_article.php?t=520&a=39911&temp=3&lan
  8. Business News, dava notizia dell’assassinio di 10 terroristi: http://www.businessnews.com.tn/details_article.php?t=520&a=39937&temp=3&lan
  9. il sit-in dinanzi alla sede dell’Assemblea Nazionale Costituente, il Bardo: http://www.unimondo.org/Mirirossi/Desktop/LAVORO%20TN/CATTANI_redazione%20Unimondo/34_Tunisia/Sit-in%20du%20Bardo,%20les%20soir%C3%A9es%20se%20suivent,%20mais%20ne%20se%20ressemblent%20pas
  10. sito “Occupy Bardo”: http://www.tunisia-live.net/2011/12/10/occupy-bardo-live-updates/
  11. Miriam Rossi: http://www.unimondo.org/content/search?SearchWhere=unimondo&SubTreeArray=1867&SearchText=Miriam+Rossi

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2013/08/2013-08-13-08-00-32/