Letta avverte: se cade il governo, l’Imu si pagherà
BAKU — Col Mar Caspio che si staglia alle spalle di Enrico Letta — posizionato accanto al presidente azero, Ilham Aliyev, nella sua faraonica residenza estiva — suona assai strano l’acronimo Imu che ha inseguito il premier fino a Baku, capitale dell’Azerbaijan. L’interprete ufficiale della conferenza stampa si fa spiegare cos’è mai questa Imu e si meraviglia non poco quando gli dicono che c’è un problema di «prima casa»: «Perché gli italiani hanno anche una seconda casa?». Invece Letta, volato nel Caucaso per festeggiare la partenza del gasdotto Trans Adriatic Pipeline, la domanda domestica se l’aspettava (anzi in qualche modo ha fatto sapere che non era sgradita) e quindi ha sfoderato una risposta tagliente: «Farò una doppia capriola per collegare i due temi. Qui stiamo prendendo decisioni importanti per il futuro energetico dell’Italia ma per prendere certe decisioni strategiche, che avranno un impatto sulle bollette degli italiani tra 7-8 anni quando io non sarò più primo ministro, c’è necessità di un governo e di un Parlamento che decidano. E lo stesso vale sulla materia fiscale: in assenza di un governo e di un Parlamento capaci di decidere, gli italiani pagheranno l’Imu a settembre e a dicembre. Ecco, tutti dovrebbero riflettere su questo aspetto. Gli impegni presi saranno comunque rispettati ma invito tutti a rileggere il mio discorso programmatico fatto in Parlamento».
Letta appare sereno e perfino riposato quando si imbarca sull’Airbus che lo porta a Baku. Col seguito del premier, però, viaggia anche il dossier sull’Imu che ormai è entrato nella fase caldissima visto che entro il 31 agosto, secondo i termini di legge previsti del decreto che ha congelato la rata di giugno su tutte le prime case, il governo dovrà trovare la soluzione. Letta, dunque, rovescia su chi agita rotture e strappi nella maggioranza la responsabilità di provocare un vuoto legislativo che finirebbe solo per confermare la contestata tassa sugli immobili. Il Pdl, con tutte le sue voci, dice che quella tassa va cancellata. Punto. Letta invece ha in mente un’altra soluzione (più in sintonia con i conti del Tesoro) che va rintracciata, almeno per le sue linee fondamentali, nelle parole pronunciate dal premier in Parlamento lo scorso 29 aprile: «Bisogna superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa, intanto con lo stop dei pagamenti di giugno, per dare tempo a governo e Parlamento di elaborare e di applicare rapidamente una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto a quelle meno abbienti». Dunque, suggerisce chi ha ragionato a lungo con il premier su questo tema, per deduzione si dovrebbe escludere il taglio netto per tutti dell’Imu sulla prima casa. In altre parole, il concetto «superamento dell’Imu», sapientemente inserito nel comunicato stilato al termine della cabina di regia del 19 luglio (Letta, Alfano, Saccomanni, Franceschini, Delrio più tutti i capigruppo), andrebbe letto come una rimodulazione della tassa sulla prima casa che alla fine verrebbe esclusa solo per le famiglie meno abbienti.
Il decreto legge sull’Imu arriverà nel Consiglio dei ministri del 23 agosto o in uno successivo, comunque entro fine mese. Bisogna vedere, però quale sarà lo stato di salute della maggioranza perché incombe sul governo la tegola della richiesta di «agibilità politica» avanzata dal Pdl per non escludere dal Parlamento Silvio Berlusconi condannato a 4 anni per frode fiscale e per questo incappato nella legge anticorruzione che stabilisce la decadenza da parlamentare per le pene sopra i due anni. Secondo lei Berlusconi potrebbe ricandidarsi alle prossime elezioni?, è stato domandato a Letta. Stavolta però il premier non ha osato la «doppia capriola acrobatica» perché la fune sulla quale cammina il governo è sottile: «Il mio obiettivo e quello di questo governo è quello di affrontare, per risolverli, i problemi degli italiani ed è giusto che il profilo rimanga questo… Ho seguito questo mio obiettivo fin dall’inizio del mandato ricevuto da Napolitano e conferito dalla fiducia del Parlamento». In assenza del quale, «l’Imu verrà pagata da tutti gli italiani a settembre e a dicembre».
Dino Martirano
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