Blocco stipendi, sanità e scuola verso lo sciopero

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ROMA — Medici e insegnanti, ma anche carabinieri e militari: tutti furiosi con il Consiglio dei ministri, che ha prorogato fino al 2015 il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici. Ovvero ha prolungato lo stop all’adeguamento delle retribuzioni, degli scatti di carriera e il rinnovo dei contratti. Per un altro anno e mezzo almeno, di aumenti non se ne parla. Come da tre anni a questa parte: la misura è in vigore dal 2010. E i sindacati proprio non ne vogliono sapere, gridano all’accanimento, minacciano manifestazioni, mobilitazioni e proteste di ogni tipo. La confederazione Usb ha già indetto uno sciopero generale per il 18 ottobre.
Quella ratificata dal governo è una misura che, secondo Anief-Confedir, avrà conseguenze economiche molto pesanti per gli oltre tre milioni di persone coinvolte: «Il blocco dei contratti farà perdere agli statali tra i seimila e i 60 mila euro. Una grave perdita economica, stimabile in media
sino ai 6-7 mila euro, che per i medici del settore pubblico può arrivare fino a 25 mila euro e per i dirigenti statali anche a 60 mila». Per questo, oltre a protestare, il sindacato pensa di rivolgersi ai tribunali per impugnare la decisione del governo.
In subbuglio anche il mondo della sanità, con la minaccia di nuovi scioperi da parte del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed: «I dipendenti del Servizio sanitario nazionale — ricorda il segretario nazionale Costantino Troise — hanno il contratto di lavoro bloccato dal 2009. L’attacco a ruolo e status dei dirigenti del Ssn mina alle fondamenta la sanità pubblica ». Per questo, annuncia, l’Anaao «si farà promotrice di un autunno di ulteriori iniziative di protesta e non sono esclusi nuovi scioperi». Sulla stessa linea Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici: «Attiveremo tutte le iniziative in difesa del ruolo e della professionalità». Ed anche il segretario nazionale Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza, afferma che il sindacato «valuterà cosa fare».
Dalle sale operatorie alle cattedre. Lamentele e scontento anche nella scuola. «La Flc-Cgil è pronta alla mobilitazione contro l’ulteriore blocco del contratto nazionale, dei salari e degli scatti d’anzianità. Non siamo disponibili — afferma Mimmo Pantaleo, segretario generale — ad aprire alcun confronto se non si discute contemporaneamente di parti normative ed economiche del contratto nazionale. Il governo Letta prosegue nell’umiliazione del lavoro pubblico. Il modo autoritario con il quale è stato deciso l’ulteriore taglio dei salari dimostra che non s’intende discutere con le organizzazioni sindacali. Senza un’inversione di rotta sarà un autunno caldissimo». E a sostenere medici e professori, il Movimento 5 Stelle: «Faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedire questa ennesima ingiustizia».
Critiche al provvedimento arrivano pure dal Cocer dei carabinieri e dell’esercito, che annunciano «forme di dissenso». E proclamano lo stato di agitazione preannunciando «azioni di mobilitazione con possibilità di vere e proprie manifestazioni di piazza qualora il governo non corregga il tiro». Così anche i sindacati del comparto sicurezza: «Il Governo — denunciano — continua a disconoscere nei fatti la specificità e la peculiarità di un comparto chiamato a garantire la sicurezza, condizione imprescindibile per la civile convivenza».


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