by Sergio Segio | 1 Agosto 2013 9:12
Ma dobbiamo considerare che, oltre a quello che abbiamo già speso per la progettazione (700 milioni) e ai 2 miliardi per la fabbrica di Cameri, ci sono anche i 3 miliardi e mezzo della Cavour (“che teoricamente dovrebbe ospitare gli F35” – aveva premesso il ministro) che altrimenti non capiremmo per quale ragione avremmo speso’’.
E’ importante ascoltare quello che di fatto ha detto il ministro Mauro (qui il video[1] – le frasi sugli F35 dopo il min.10:45) perché le agenzie di stampa hanno prontamente riportato le sue dichiarazioni sottolineando quei “3 miliardi e mezzo per la portaerei Cavour”. Eccole: “F35, Mauro: «Abbiamo già speso 3,5 miliardi per la portaerei Cavour»” – titolava il Corriere[2] seguendo l’agenzia AGI[3]. “Già spesi 3,5 miliardi per modificare la portaerei Cavour” – specificava La Stampa[4] e più o meno lo stesso facevano RaiNews24[5] e Quotidiano.net[6]. “F-35 Mauro: «Non si può tornare indietro. Già spesi 3,5 miliardi per allestire la Cavour»” – evidenziava la Repubblica[7]. Insomma tutti i media nazionali avevano capito una cosa: oltre alla spese specifiche già sostenute per gli F35 (per progettazione e Cameri) per il ministro Mauro va anche considerata la spesa per “adeguare” la portaerei Cavour.
Invece no! Il ministro non avrebbe (e di fatto non ha) mai detto che i 3,5 miliardi servirebbero per “adeguare” o “modificare” la Cavour, ma solo che “ci sono anche i 3 miliardi e mezzo della Cavour”. Ed ecco come ha spiegato la faccenda il ministero della Difesa che – non potendo correggere il ministro – ha corretto chi aveva letto i titoli delle agenzie di stampa. E’ interessante notare come il ministero della Difesa[8] fa di conto. “Si precisa che la cifra di 3,5 miliardi si riferisce ai costi del sistema d’arma nel suo complesso, composto dalla piattaforma navale (circa 1,5 mld), dagli aeromobili e dal relativo sistema di supporto logistico previsti nel programma JSF (circa 2 mld)”. Aeromobili e sistema di supporto logistico che però non ci sono ancora e per i quali – a rigor di logica – non ci sono ancora stati esborsi. Invece tutto fa brodo per il ministro Mauro pur di giustificare il fatto che – avendo già speso cosi tanti soldi – come facciamo a ritirarci proprio adesso dal programma F35?. (Tra l’altro fonti della Marina spiegavano a il Fatto Quotidiano[9] che “Finora le spese di adeguamento generico della Cavour sono state di 89 milioni di euro. Ma questo costo non c’entra con gli F-35: per quelli basterà ricoprire il ponte della Cavour con una mescola più resistente al calore”. Vaglielo tu a spiegare al ministro laureato in filosofia.
Qualcuno potrebbe intanto fargli notare se non è il caso, visti i tempi di crisi, di pensare seriamente a vendere la portaerei Cavour. E non sarebbe poi così astruso. Come, infatti, ha specificato il ministro Mauro nell’audizione, tra i paesi dell’Unione europea sono state già dismesse le due portaerei britanniche e, oltre alla Cavour, c’è operativa solo la Charles de Gaulle. Qual’è la ragione strategica per cui l’Italia necessita di una portaerei? Finora la Cavour è servita per portare aiuti umanitari ad Haiti[10] (ma per quello non serve certo una portaerei); a meno che non si pensi che la spesa per una portaerei sia giustificata da qualche attività di vetrina (come il lancio pubblicitario della Fiat Punto Evo[11]) o per qualche cena benefica[12]. Di farla andare per mare non c’è verso anche perché si beve di solo carburante 3000 litri l’ora ad andatura di crociera e 25mila alla massima velocità[13]. E il gasolio costa.
Ma al di là delle stramberie, le esternazioni del ministro Mauro contengono alcuni passaggi che non vanno sottovalutati. Lo ha prontamente notato Rete Disarmo che con altre associazioni da anni promuovere la campagna nazionale “Taglia le ali alle armi[14]” che chiede la cancellazione della partecipazione dell’Italia al programma F35. “Si ammette (finalmente) che non ci sono penali, ma si usano dati impropri e gonfiati per continuare a giustificare questa spesa inutile e problematica” – riporta la nota di Rete Disarmo[15].
Ma le dichiarazioni del ministro Mauro contengono anche delle “vere notizie”.
Per prima cosa si conferma quanto la campagna “Taglia le ali alle armi” ha rivelato da tempo[16]: per la struttura del programma F-35 attualmente non sono previste penali in quanto gli accordi e i contratti (sottoscritti con il Governo degli Stati Uniti e non con Lochkeed Martin e per questo motivo soggetti ai cicli di acquisto USA) vengono definiti annualmente. Per questo motivo basta bloccare la decisione di acquisto per ciascuno dei lotti successivi, anche se iniziati con pre-acquisti di alcuni pezzi, per azzerare qualsiasi onere futuro sui velivoli. Un elemento da sempre sottolineato dalla campagna, mentre invece quello delle presunte penali è stato ancora utilizzato da diversi esponenti parlamentari nel corso delle recenti discussioni[17] alla Camera ed al Senato sulle mozioni “NO F-35”[18].
In secondo luogo, emerge chiaramente la scarsa considerazione in cui è tenuto il Parlamento costretto in questi anni (e numerose volte di recente) a sorbirsi numeri fasulli e non completi relativamente al programma F-35 ed alle situazioni ad esso connesse. Come è accaduto oggi nel conteggio dei costi sostenuti per la Portaerei Cavour e come già successo nei giorni scorsi proprio a riguardo del caccia F-35. Lo stesso Ministro Mauro ha infatti dichiarato pubblicamente che i 90 caccia in previsione costeranno 12 miliardi di euro (confermando le stime di “Taglia le ali alle armi”) dicendo però che i primi esemplari costeranno circa 100 milioni di euro con un prezzo in discesa (60 milioni) per i successivi esemplari. “Come sia possibile con un costo totaleche, con una semplice operazione di algebra elementare, comporta una media di costo a velivolo di oltre 130 milioni di euro resta un mistero che il Ministro dovrebbe chiarire meglio” – nota Rete Disarmo
Infine, la terza sottolineatura è sull’affanno con cui il Ministero della Difesa e i fautori del programma F-35 continuano e cercare di giustificare questa scelta difendendo l’indifendibile. Non potendo addurre motivazioni strategiche, militari ed operative serie (se non il reiterato “sono indispensabili” che dovrebbe chiude ogni possibile replica e che fa sembrare altamente ridicola l’accusa di “ideologia” avanzata verso i gruppi pacifisti e disarmasti) si continuano a cercare le motivazioni più disparate e inconsistenti. Dalle penali, ormai smentite, al ritorno occupazionale[19] che non regge più nemmeno con previsioni ridotte ai minimi termini. Dalle possibili ricadute tecnologiche, assolutamente scarse e che avremo semmai fra diversi anni, fino al ritorno industriale che secondo il Ministro dovrebbe addirittura superare in valore assoluto la spesa totale del nostro Paese. Sarebbe un vero e proprio “miracolo italiano” per un progetto di cui siamo solo subfornitori[20] in percentuali basse e senza nemmeno una spinta utile in direzione di ricerca e sviluppo. Fino ad arrivare al tentativo (continuo, di recente) di giustificare l’acquisto dei caccia F-35 come mera conseguenza della precedente scelta di varare la portaerei Cavour: un “effetto domino” costoso e insensato che non reggerebbe in qualsiasi altro contesto.
Ma le prese di posizione paradossali non finiscono qui. Nelle dichiarazioni odierne il Ministro Mauro ha anche sottolineato come “La Difesa nei paesi europei è inefficiente perché ciascuno va per la propria strada. I dati del 2011 indicano che i Paesi europei hanno speso nel complesso 29,2 miliardi di euro per l’acquisizione di sistemi d’arma ed equipaggiamenti ma di questi, solo 7,3 miliardi sono andati a programmi di acquisizione condotti in cooperazione tra due o più Paesi dell’Unione”.
La domanda sorge immediatamente spontanea: tra i paesi europei che stanno andando per la propria strada privilegiando una coproduzione extra-UE e succube invece delle indicazioni strategiche ed operative di Washington non c’è proprio l’Italia con la sua ostinata decisione di proseguire nell’acquisto dei caccia F-35? Qualcuno (in Parlamento o nel Governo) lo può spiegare al Ministro Mauro? [GB]
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