L’ora della difesa: «Non c’è reato ma un illecito amministrativo»

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ROMA — «Chiedo che la sentenza venga annullata perché il fatto, così come prospettato, in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva, non è reato, è penalmente irrilevante». Punta al cuore del processo che ha portato alla condanna a quattro anni di reclusione (di cui tre condonati) e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi l’arringa davanti alla sezione feriale della Cassazione del professor Franco Coppi, difensore del leader del centrodestra insieme con Niccolò Ghedini.
L’avvocato, ultimo a intervenire prima del rinvio a oggi per la camera di consiglio che porterà nel pomeriggio alla lettura del dispositivo, è stato molto duro nei confronti dei giudici di primo e secondo grado che si sono pronunciati a favore della responsabilità del Cavaliere per l’accusa di frode fiscale nella gestione amministrativa di Mediaset. Ha ricordato precedenti pronunciamenti giurisprudenziali per dirimere la questione (principale) sulla quale si sono soffermati a lungo sia lui sia Ghedini, cioè se la condotta dell’ex premier sia o meno penalmente rilevante.
«Questo — ha detto — è un quesito che rimetto alla Corte. Se manca il contrasto con una disposizione antielusiva, l’abuso è penalmente irrilevante» ha sostenuto Coppi. Secondo cui, «potrà anche esserci un’elusione gigantesca, ma non siamo nell’ambito dell’illecito penale ma di fronte ad un illecito di tipo amministrativo e tributario».
E se Ghedini ha contestato l’impostazione secondo cui gli si può ascrivere una «responsabilità soggettiva» e ha lamentato una «prepotenza argomentativa della Corte d’appello di Milano rispetto alle nostre motivazioni» nel momento in cui afferma che Berlusconi «non poteva non avvedersi che i prezzi erano gonfiati», Coppi non ha risparmiato frecciate ai collegi del capoluogo lombardo: «La sentenza di secondo grado muove dal pregiudizio che sia stato ideato da Berlusconi un meccanismo truffaldino a partire dal 1980 in base al principio “cui prodest”». Secondo Coppi, la sentenza della Corte d’Appello «è caduta in clamorosi travisamenti della prova». Da qui, la richiesta di annullarla «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato o, in subordine, disporre l’annullamento con rinvio qualificando la frode fiscale in concorso in fatturazioni inesistenti». La pena base per quest’ultimo reato è più bassa e, se la Cassazione propenderà per la derubricazione dell’accusa, potrebbe anche scattare la prescrizione.
Una soluzione fin qui mai apparsa sullo scenario del processo. Che continua a far discutere e ad agitare il mondo politico. Ieri il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, ha fatto chiaramente capire che il centrodestra non ha alcuna intenzione di creare problemi al governo: «Da giorni, siamo letteralmente inondati da testimonianze spontanee di vicinanza, affetto e solidarietà verso il presidente Berlusconi. In tutta Italia, erano e sono in preparazione manifestazioni, iniziative spontanee, atti di mobilitazione politica e, insieme, affettiva verso il presidente. Ma da giorni, e anche oggi, ci siamo assunti la responsabilità di fermare tutti», ha ricordato Verdini. «Nulla deve avvenire in un momento tanto delicato per il Paese» ha ribadito con fermezza. Una presa di distanza, tra l’altro, dall’iniziativa di Simone Furlan, il leader dell’«Esercito di Silvio» che ha chiamato tutti a raccolta oggi alle 17 davanti a Palazzo Grazioli.
Flavio Haver


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