Ventiquattromila luoghi per navigare ecco la prima mappa nazionale

by Sergio Segio | 25 Luglio 2013 7:51

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Sono 24 mila i punti dove possiamo navigare su internet via wi-fi, in Italia, con cellulare, tablet o computer. Gratis, nella maggior parte dei casi. E solo adesso possiamo sapere dove sono e come raggiungerli tutti. È nata ieri, infatti, la prima mappa nazionale del wi-fi italiano, due giorni dopo la totale liberalizzazione di questi servizi varata con il “decreto del fare”.
La mappa è con l’app di CheFuturo! (progetto editoriale online di CheBanca!), utilizzabile su cellulari, smartphone e tablet. Prima di questa iniziativa, i dati sulla distribuzione geografica dei punti wi-fi erano sparsi sulle decine di siti delle diverse reti. Tanto che una delle mappe internazionali più famose, Jiwire.com, ne censiva solo 3 mila per l’Italia, contro i 180 mila del Regno Unito e i 35 mila della Francia. Allora CheFuturo! ha contattato i gestori delle reti wi-fi italiane e ha raccolto le loro segnalazioni. In sole quattro settimane e senza spendere un euro, è nata la mappa con le piazze, i bar, i ristoranti, gli aeroporti, gli hotel e altri luoghi in cui è possibile navigare.
Il progetto serve a molte cose. Non solo a trovare, con l’app, i posti vicini dove navigare veloci e — spesso — gratis. La mappa racconta infatti anche l’Italia tecnologica. Illumina ritardi ed eccellenze. Per ora, va detto che l’app contiene 10 mila punti, dei 24 mila in archivio, perché sono quelli effettivamente verificati (numeri che crescono di ora in ora). Di quei 10 mila, il 60 per cento è al Nord e solo il 12 per cento è al Sud. Qui i
turisti dovranno penare un bel po’, quindi, per trovare un posto dove connettersi a internet. La mappa rileva che in testa alla classifica dei comuni meglio serviti c’è un testa a testa tra Roma e Milano, ma al terzo posto c’è Trento, poi Firenze. Spiccano anche i casi di comuni minori come Prato e Lecce, pieni di punti di accesso wi-fi. Così la mappa può essere anche letta come una pagella degli amministratori pubblici. Dietro una buona rete, infatti, c’è quasi sempre lo zampino di un assessore o di un dirigente comunale (o provinciale) che ha capito l’importanza del wi-fi per la crescita della cultura digitale dei cittadini, del turismo, e dell’economia del territorio.
La mappa infine servirà per la nascita di servizi e applicazioni, perché se tutti possono segnalare gli hotspot conosciuti, i suoi dati sono disponibili gratis (secondo il modello dell’open data). Chiunque potrà prenderli per fare un’app turistica valorizzando i monumenti o i ristoranti coperti dal wi-fi gratuito.
È il momento giusto. Questi servizi vanno verso un’inevitabile crescita, perché con il “decreto del fare” chiunque potrà offrire internet wi-fi senza obblighi burocratici. È il risultato di una modifica dell’articolo 10 del decreto, compiuta due giorni fa in extremis in Commissione Bilancio alla Camera, grazie alle pressioni provenienti da alcuni parlamentari (tra cui Stefano Quintarelli di Scelta Civica, Marco Meloni del Pd) e all’operato del capo dipartimento Comunicazioni allo Sviluppo economico Roberto Sambuco.

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