Polizia, Pansa prepara il repulisti

by Sergio Segio | 18 Luglio 2013 8:00

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ROMA — «Il caso Shalabayeva per me è chiuso», ha detto uscendo dall’aula della commissione Diritti umani Alessandro Pansa, Capo della polizia. Adesso se ne apre un’altra, di partita. E l’annuncio di una tempesta in arrivo sul Dipartimento di Pubblica sicurezza sta in un passaggio tanto breve quanto pesante della sua lunga audizione davanti ai senatori: «L’invasività dei diplomatici kazaki che chiedevano la cattura di Mukhtar Ablyazov e la loro eccessiva presenza durante il fermo della donna non sono state ben gestite dai vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza». Se c’è una colpa, sostiene dunque Pansa, non è del ministro Alfano, ma dei funzionari. E nove poltrone, occupate da uomini delle precedenti gestioni Manganelli e De Gennaro, bruciano: entro il marzo del 2014, tra sostituzioni e pensionamenti, cambierà tutta la testa di comando della Polizia.
«La disastrosa gestione del-l’affare kazako — ragiona un alto funzionario — e il mandato ricevuto da Alfano per riorganizzare la struttura danno carta bianca a Pansa per fare quello che ha in mente fin da quando è stato nominato: riprendersi il Dipartimento di pubblica sicurezza, lui che ne è fuori da sei anni. Mettere suoi uomini nei punti chiave». A cominciare dalla direzione centrale della Polizia Criminale, da cui dipende l’ufficio dell’Interpol. Il titolare è Francesco Cirillo, vice capo della Polizia, molto legato a Manganelli con cui ha lavorato per anni. Al suo posto potrebbe arrivare Santi Giuffé, attualmente direttore delle Specialità (Stradale, Polizia postale e ferroviaria). In bilico il futuro di Alessandro Marangoni, il vice capo vicario, che ha gestito la Polizia dopo la morte di Manganelli. Se non sarà confermato, potrebbe finire nelle prefetture di Torino o Palermo.
Le prime indicazioni si avranno già dal prossimo Consiglio dei Ministri. C’è da sostituire Giuseppe Procaccini, l’ex capo di Gabinetto di Alfano. Alla sua scrivania andrà, per un incarico a tempo, il prefetto Luciana Lamorgese, ora capo dipartimento per le Politiche del personale. Al posto di Alessandro Valeri, di cui il ministro ha chiesto l’avvicendamento, potrebbe sedere presto il prefetto Vincenzo Panico, Commissario straordinario del comune di Reggio Calabria e amico stretto di Pansa. I due erano insieme a Napoli. E la poltrona del pensionato Rodolfo Ronconi alla direzione centrale dell’Immigrazione sarà occupata da Giovanni Pinto, questore dell’Aquila.
Ci sono poi alcune “scadenze naturali” che Pansa sta valutando in queste ore se accelerare o meno, per dare un segnale di discontinuità. Il primo ottobre va in pensione Gaetano Chiusolo, diventato direttore della Dac in sostituzione di Gratteri dopo la condanna del G8: è un perno fondamentale della struttura della Polizia, da quella direzione centrale dipendono tutte le squadre mobili. Il primo marzo se ne andrà invece Stefano Berrettoni, titolare della polizia di Prevenzione da cui dipendono tutte le Digos d’Italia. Non è stato coinvolto dal caso Ablyazov, ma ha già goduto di due proroghe da parte dell’ex ministro Cancellieri. In uscita per limiti di età anche il prefetto Luigi Mone, direttore degli Affari Generali. E bisogna ancora scegliere chi sarà il prefetto di Milano che si troverà a gestire la patata bollente dell’Expo 2015. In ogni caso, qualunque siano le persone scelte, l’“era Pansa” è cominciata.

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