by Sergio Segio | 23 Luglio 2013 7:36
ROMA — La legge contro l’omofobia dovrebbe arrivare in aula venerdì prossimo. Primo sì ieri sera in commissione alla Camera: hanno votato a favore Pd, Pdl e Sel. Astenuti M5S e Scelta civica, contraria la Lega. Si chiude così una giornata di tensioni. La svolta è stata, nel primo pomeriggio, l’intervento del governo per stoppare la “moratoria” chiesta dai cattolici del Pdl. Si vada avanti, dice invece Dario Franceschini, «i temi etici non c’entrano, non si può più rinviare». È lì che accelera il tentativo di trovare una mediazione tra Pd e Pdl.
Ieri mattina infatti sul tavolo della commissione Giustizia era arrivato un emendamento dei relatori Ivan Scalfarotto e Antonio Leone che riscriveva interamente quello che fino ad allora era il testo base. Un solo articolo per estendere ai reati di omofobia la legge Mancino. Ma con le aggravanti o no?
Nel testo Scalfarotto-Leone non ci sono. Il Pd però le vuole e ieri sera in commissione ha presentato un emendamento, insieme
a Sel e M5S per inserirle. Il Pdl, o buona parte, dice invece no. E dunque la mediazione – su questo punto specifico – sembra in altro mare. Anche perché neanche la nuova formulazione Scalfarotto- Leone aveva placato i falchi berlusconiani e i leghisti che annunciavano l’arrivo di centinaia di subemendamenti. Per questo ieri pomeriggio era partita la trattativa. Anche nel Transatlantico, sotto gli occhi di tutti. E la cosa aveva fatto infuriare Sel e Movimento Cinque Stelle. E agitato i movimenti gay che avevano messo sotto accusa Scalfarotto L’emendamento Pd, Sel, M5S dovrebbe così calmare gli animi di chi già gridava al tradimento dopo la cancellazione del testo originale. Quattro articoli dove si definivano l’identità di genere, si parlava di realtà biologica e percezione reale del proprio corpo. Si prevedevano per le violenze omofobiche pene fino a quattro anni, multe, affidamenti ai servizi sociali dei colpevoli. Un testo che, di fronte al rischi della maggioranze variabili aveva mosso parte del Pdl a chiedere una moratoria sui temi etici.
Una proposta respinta al mittente dal Pd e che ieri è stata bocciata anche dal governo attraverso una nota di Dario Franceschini. «Ho grande rispetto per i temi etici e per la libertà di scelta quando si toccano temi che riguardano le coscienze. — scrive il ministro per i Rapporti con il Parlamento — Ma una legge che contrasti l’omofobia non c’entra nulla con i temi etici, riguarda il codice penale, e l’introduzione di norme efficaci, che da troppo tempo attendono una approvazione, è urgente e non più rinviabile ».
Naturalmente Renato Brunetta non è d’accordo e rilancia la moratoria. Ma il Pdl resta diviso. Infatti i favorevoli ad una legge e in tempi rapidi insistono per il via libera. L’anima “cattolica” resiste e continua a sollevare problemi nel merito delle proposte. E critica anche il metodo. E nel tritacarne finisce anche Leone, accusato di avere fatto un accordo senza avere avvertito il gruppo.
Le critiche non risparmiano neanche Donatella Ferranti che ieri sera ha proposto di limitare a cinque per gruppo gli emendamenti. Eugenia Roccella l’ha accusata di volere strozzare il dibattito. Nel frattempo la polemica infuria e spacca anche Scelta civica. Andrea Romano si era detto favorevole alle legge, ma l’anima centrista, Buttiglione e Binetti, ha spiegato che parlava a titolo personale. Il Pd, una volta tanto, invece sembra marciare compatto. E lancia anche una campagna sul web a favore della legge.
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