‘Nsa, una Piovra onnipotente’

by Sergio Segio | 3 Luglio 2013 16:17

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E’ il più devastante scandalo che abbia mai travolto la National Security Agency (Nsa) «la più grande, la più costosa e la più tecnologicamente sofisticata organizzazione di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto», come ha descritto l’Nsa la rivista americana ‘New Yorker’: è grande tre volte la Cia, assorbe un terzo delle risorse di budget destinate all’intelligence [che nell’anno 2010 è stato di 80,1 miliardi di dollari, nel 2011 78,6 miliardi e nel 2012 di 75,4, ndr].

Un’agenzia che vive nel segreto più assoluto e che mai prima di ora era finita sotto lo scrutinio dell’opinione pubblica mondiale. Ci è finita grazie a Edward Snowden, il trentenne ex contractor della Nsa che ha rivelato i programmi di intercettazioni di massa. Non una banale storia di spionaggio politico ed economico tra alleati della serie “business as usual”: «quello che è più importante dei documenti di Snowden», scrive lo ‘Spiegel’ che vi ha avuto accesso, «è che rivelano la possibilità di sorveglianza assoluta di cittadini di intere nazioni senza alcuna forma efficace di controllo e di supervisione».

Ma rivelare questi documenti top secret a Snowden costerà carissimo: oggi è braccato in tutto il mondo e incriminato per spionaggio.

L’americano Thomas Drake ha lavorato come ‘senior executive’ della Nsa fino al 2008, ha visto nascere il programma di sorveglianza di massa dopo l’11 settembre e, quando ha provato a denunciare quello che accadeva attraverso il Congresso e la stampa, è finito, anche lui, incriminato per spionaggio, accusa poi completamente decaduta, ma che ha stravolto la sua vita e, a cinquantanni, lo ha portato a ricominciare daccapo. “L’Espresso” gli ha chiesto del caso Snowden.

Lei conosce molto bene come opera e che tipo di cultura si respira all’interno della Nsa e ha definito la scelta di Snowden “un maestoso atto di disobbedienza civile”. Cosa pensa che stia rischiando Edward Snowden?
«La sua libertà, ma anche una ‘rendition’ in cui viene detenuto a tempo indefinito senza processo: la cosiddetta Ndaa. Il governo americano vuole mettere le mani su di lui nel peggiore dei modi e punirlo severamente, lo ha già declassato a individuo senza Stato [togliendogli il passaporto]».

Cosa consigliarebbe a Snowden, vista la situazione in cui si trova e vista l’esperienza che lei ha provato sulla sua pelle?
«Lui è in una delle più difficili situazioni possibili, sia dal punto di vista legale che politico. Ha bisogno dei migliori avvocati che esistano esperti di asilo, di rifugiati politici e di questioni di cittadinanza. Rischia di diventare un caso estremo, una pedina che finisce in una scacchiera internazionale dove le regole sono facilmente stravolte o manipolate».

Thomas Drake Thomas Drake

Andando alle rivelazioni fatte dal ‘Guardian’ sulla base dei documenti top secret che Snowden ha fornito al giornale, i servizi segreti inglesi del Gchq hanno accesso direttamente alle grandi autostrade delle comunicazioni, i cavi in fibre ottiche, e condividono le intercettazioni delle comunicazioni con la Nsa. Il ‘Guardian’ riporta che l’anno scorso, il Gchq aveva accesso a 600 milioni di telefonate al giorno. Qual è la ‘procedura operativa standard’ per gestire questo pazzesco volume di dati?
«Si usano algoritmi avanzati e automatizzati per fare l’analisi e per mettere in relazione tra loro l’enorme quantità di dati raccolti attraverso i tronchi principali e i nodi delle comunicazioni. Spesso questo lavoro è possibile grazie ad accordi segreti con i gestori di internet e con le aziende che costruiscono i sistemi di comunicazione».

Ben 850 mila dipendenti e contractor della Nsa avrebbero accesso ai database delle intercettazioni ottenute ‘succhiando’ direttamente dai cavi in fibra ottica. C’è una qualche forma di supervisione su come queste intercettazioni vengono immagazzinate e sugli accessi ad esse da parte di impiegati e contractor della Nsa?
«Non ho ragione di dubitare che il dato citato dal ‘Guardian’ non sia esatto. Supervisione? Non c’è bisogno di alcuna supervisione, quando l’accesso a queste intercettazioni è approvato ed è tecnicamente fattibile».

E’ possibile che si verifichi una situazione per cui un singolo impiegato o contractor della Nsa si ritrova ad avere accesso al database delle telefonate di un’intera nazione?
«Certo. Se il dipendente ha accesso a un database che gli serve o si ritrova a fare ricerche mirate, può finire ad avere accesso alle telefonate raccolte in un’intera nazione. E non ci sono solo le telefonate, ma anche le informazioni sulle carte di credito, le email e gli sms. La norma è sempre di più quella di aggregare tutti i dati in modo da sapere tutto di tutti in qualsiasi momento, indipendentemente dalla nazionalità o dallo status sociale».

Supponiamo che Snowden abbia documenti che provano che anche l’Italia è soggetta a intercettazioni di massa: può un singolo impiegato o contractor della Nsa avere accesso ad esse e fare ricerche mirate, per esempio, per recuperare le conversazioni dei politici italiani sulla trattativa Stato-mafia?
«L’accesso ai metadati [chi parla con chi, quando, quanto e da dove, ndr] è banale, quanto all’accesso ai contenuti immagazzinati delle conversazioni è possibile se il dipendente ha l’autorizzazione ad entrare nel database in cui quei dati sono contenuti».

Come vede il ruolo di WikiLeaks nel caso Snowden? «Loro di WikiLeaks hanno colto subito la persecuzione politica a cui sarebbe andato incontro Snowden, la sua condizione di individuo senza stato. Lo stanno aiutando a cercare un Paese che offra asilo politico nonostante la pressione inarrestabile degli Stati Uniti e le minacce a qualsiasi nazione che si azzardasse a concederglielo». ?Quindi giudica positivamente il ruolo dell’organizzazione di Julian Assange?
«Sì, anche se so che qualcuno solleverà il problema dell’effetto WikiLeaks».

Quale sarebbe l’effetto WikiLeaks?
«Chi comunica, supporta o entra nella sfera di WikiLeaks, è oggetto di speciali attenzioni da parte di certe autorità americane».

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