Muore Schloter, l’ad di Swisscom ipotesi suicidio per il supermanager

by Sergio Segio | 24 Luglio 2013 6:46

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MILANO — È scomparso Carsten Schloter l’amministratore delegato di Swisscom, il manager che nel 2007 aveva trattato con Silvio Scaglia l’acquisizione di Fastweb. Aveva 49 anni e la polizia elvetica sospetta che si tratti di un suicidio. La comunità finanziaria non riesce a capacitarsi per questa perdita e lo descrive come un manager capace, umile e corretto con i colleghi e con i rivali. Ricco, bello e di successo, Scholter lascia tre figli e la ex moglie, da cui si era separato nel 2009. Solo un mese fa durante le olimpiadi di Swisscom – che lui stesso aveva istituito per alimentare il senso di apparenza dei suoi 19mila dipendenti – era apparso a tutti sereno e sorridente. Lo sport dopo il lavoro era tra le sue maggiori occupazioni. Amava il ciclismo e lo sci, e non si era mai perso una Patrouille des Glaciers, la gara di sci estremo istituita dall’esercito svizzero.
Nato a Erlenbach am Main in Germania, il manager era cresciuto professionalmente alla Mercedes Benz, approdando in Swisscom nel 2000 e assumendo il timone nel 2006 con il mandato di diversificare le attività dell’ex monopolista elvetica oltre confine. Dopo avere esaminato vari dossier, Schloter aveva deciso di puntare sull’Italia e di farlo attraverso la società telefonica che per prima aveva scommesso sui servizi di telefonia fissa ad alta velocità. Così il manager aveva negoziato l’acquisto di Fastweb con Scaglia, promuovendo un’Opa da 4,6 miliardi poco prima che partissero gli avvisi di garanzia per riciclaggio e associazione a delinquere a carico dell’ex fondatore e degli altri vertici del gruppo. Anche in quell’occasione Schloter era andato avanti rimboccandosi le maniche e assumendo in prima persona la guida della società nel 2010, quando l’ex ad Carlo Parisi era
stato costretto a dimettersi in seguito al corso delle indagini. Appena rimessa in piedi Fastweb, Schloter aveva rimesso le deleghe operative del gruppo in mano a un manager italiano della vecchia gestione, Alberto Calcagno, anche per dare un segnale di continuità all’azienda milanese. In Fastweb Schloter ha lavorato al fianco dei suoi dipendenti, ma facendo squadra anche con le aziende concorrenti. Insieme a Vodafone e a Wind il manager fu tra i promotore del progetto Fibra per l’Italia, volto a contrastare la supremazia di Telecom Italia.
La tempistica dell’acquisto di Fastweb è l’unica pecca che si possa rimproverare al suo cursus professionale. E questo sia perché la società è stata comprata al picco del mercato, sia perché Swisscom rilevò il gruppo alla vigilia di uno scandalo che poteva minare la reputazione dell’azienda. Nonostante questo, tutti gli investitori riconoscono a Schloter di essere stato sempre trasparente nei confronti del mercato,
sia in Swisscom che in Fastweb, finché nel 2010 la società italiana non fu ritirata da Piazza Affari con una seconda Opa, giudicata rispettosa degli interessi delle minoranze. Chi lo ha conosciuto lo definisce «un visionario ». Stupisce che un manager che prima dell’arrivo dei tablet aveva immaginato un mondo di servizi capace di compensare il calo delle chiamate vocali, non sia riuscito a immaginare un futuro anche per se stesso.

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