Julian Assange ha fondato un partito

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Julian Assange ha fondato un nuovo partito politico che porta il nome della sua organizzazione, Wikileaks, e parteciperà alle elezioni legislative in Australia che si svolgeranno, con otto mesi di anticipo, nel settembre del 2013. Il Partito Wikileaks presenterà sette candidati al Senato negli stati di New South Wales, Victoria e Western Australia. Lo stesso Assange correrà per un seggio al Senato nello Stato di Victoria.

Assange è un cittadino australiano ed è il fondatore di Wikileaks, organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo e pubblica sul proprio sito documenti spesso coperti da segreto di stato o da segreto bancario. Assange è oggi rifugiato all’interno dell’ambasciata ecuadoriana a Londra, per sfuggire alle richieste di estradizione in Svezia – la Svezia vorrebbe arrestarlo per le accuse di molestia sessuale da parte di due ex attiviste di Wikileaks, relative a episodi che risalirebbero al 2010 – e al rischio di essere consegnato agli Stati Uniti, dove è accusato di aver diffuso documenti diplomatici riservati nella sua attività con Wikileaks. Intervistato telefonicamente dal New York Times Assange ha detto che non avrà alcun problema a condurre la sua campagna elettorale dall’ambasciata: «Non sarà molto diverso dal gestire la mia organizzazione. Abbiamo persone in ogni continente. Sarà bello impegnarsi politicamente nel mio paese».

Assange ha anche spiegato che il suo intento è «paracadutare un gruppo di giornalisti investigativi in Senato» e portare avanti gli obiettivi di Wikileaks: «I principali valori del partito quali trasparenza, responsabilità e giustizia saranno il modello a cui ci rifaremo nell’esame di ogni questione importante per gli australiani: riforma del fisco, richiedenti asilo, politica sul cambiamento climatico e altri: non accetteremo leggi o politiche di governo basate su informazioni inaccurate, poco conosciute o inadeguate».

Secondo la legge australiana, se Assange verrà eletto dovrà prendere il suo posto al Senato entro un anno, anche se gli potrebbe essere concessa una proroga. Se non dovesse riuscirci la legge prevede anche che temporaneamente il posto possa essere occupato da un esponente dello stesso partito. Il governo britannico ha fatto però sapere che se Assange dovesse lasciare l’ambasciata ecuadoriana di Londra, verrebbe immediatamente arrestato e mandato in Svezia. Assange ha spiegato: «Non c’è alcuna possibilità che il Senato australiano permetta una mia partecipazione a distanza: non è mai stato fatto prima, anche se è teoricamente possibile. In ogni caso abbiamo candidati disponibili a tenere il posto fino a quando io non sarò disponibile».

Foto: Julian Assange a Londra nel novembre del 2011
(AP Photo/Kirsty Wigglesworth)


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