Il Guardian conferma tutto: notizie reali e controllate

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La dietrologia, a volte, gioca brutti scherzi. Si è trattato di scrupolo e di rigore professionale. La sostanza è che, essendoci di mezzo una «fonte», quel Wayne Madsen per dodici anni al servizio della Nsa ma da prendere con mille cautele, l’autore dello scoop, Jamie Doward, e i vertici del quotidiano hanno deciso di ritirarlo per ulteriori verifiche e per poi, però, rilanciarlo con l’avvertenza che «l’interpretazione delle prove è corretta, che i documenti dimostrano l’esistenza di un accordo fra Stati membri dell’Unione Europea al fine di fornire informazioni telematiche alla Nsa con l’accordo di sottrarle al pubblico esame». Il Guardian conferma le rivelazioni.

La complessità e la delicatezza della vicenda richiedono il massimo dell’attenzione e i passi falsi non sono ammessi. Che cosa è accaduto lo spiega Jamie Doward. Il suo articolo è comparso nella prima pagina dell’Observer . Ma in nottata è stato tolto, sia dalla carta stampata (nell’edizione londinese non appariva) sia dal web «a causa delle preoccupazioni sorte su una delle fonti, Wayne Madsen». Molte delle cose che proprio Madsen ha raccontato sulle intercettazioni si sono confermate corrette ma alcune delle sue opinioni sono apparse «disgustose». Un conto sono i fatti. E un conto le idee. Il pericolo che le esternazioni personali o che le precedenti prese di posizioni antisemite della «fonte» potessero inquinare e «danneggiare la storia» è risultato evidente. «Noi non siamo accondiscendenti con certe posizioni e per proteggere l’integrità della nostra ricostruzione abbiamo preferito sospendere la pubblicazione».

Il contenuto è vero e la collaborazione nello spionaggio c’è stata, secondo il Guardian , ma per evitare che le polemiche sulle posizioni ideologiche personali di Wayne Madsen mettessero in dubbio lo scoop la scelta è stata di ritirare l’articolo per qualche ora. Fino al tardo pomeriggio quando i vicedirettori dell’Observer , Paul Webster, e del Guardian , Paul Johnson, hanno riportato le cose al posto giusto: una delle «fonti» suscita dubbi ma «l’analisi dei documenti declassificati dalla Nsa e un rapporto del parlamento europeo» spingono alla ripubblicazione sul Web. Il Guardian e l’Observer insistono: sullo spionaggio internazionale alcuni Paesi europei, Italia compresa, erano d’accordo e collaborativi.

Fabio Cavalera


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