F35: a Cameri inizia la produzione del primo caccia comprato dall’Italia,

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Mentre in Parlamento e fuori si continua a discutere sugli F35, nella fabbrica di Cameri (in provincia di Novara) sta per partire l’assemblaggio del primo cacciabombardiere della Lockheed Martin già regolarmente acquistato dal nostro Paese. L’evento non verrà festeggiato come da programma, visto che proprio ieri il governo ha deciso di annullare, almeno per il momento, la cerimonia inaugurale dell’assemblaggio dell’F35 italiano organizzata per il 18 luglio da Lockheed e Alenia Aermacchi (la partecipata di Finmeccanica incaricata di produrre le ali dell’F35 Lightning II Joint Strike Fighter e assemblare i velivoli).

Per i caccia della discordia, la festa rischiava di trasformarsi in un palcoscenico perfetto per contestazioni. Meglio non rischiare, tenere un profilo basso anche in attesa di lunedì prossimo, quando in Senato inizierà la discussione sulle mozioni relative agli F35 (déjà vu: Pd divisissimo, M5s e Sel che chiedono lo stop, Pdl avanti tutta, il ministro della Difesa Mauro Mauro che ne vorrebbe addirittura 131).

Il rinvio “a data da destinarsi” della cerimonia inaugurale della linea di assemblaggio è stato comunicato da Lockeed Martin e Alenia, senza precisarne i motivi. Ma non ci vuole molto per capire che è una mossa improntata alla prudenza. I deputati del Movimento 5 Stelle hanno definito “un capolavoro di ipocrisia” la decisione di cancellare la cerimonia. “Questa classe politica – osservano – non ha il coraggio di fermare l’acquisto degli F35 e pensa di mettersi al riparo dalle critiche e dalle contestazioni cancellando la cerimonia di avvio della produzione. Questa infatti non si ferma, al contrario continua mentre i problemi degli italiani restano senza risposte”. Secondo Giulio Marcon (Sel), il rinvio “segnala difficoltà e incertezze anche da parte del ministero della Difesa. Nove parlamentari di Sel andranno il 18 luglio comunque a Cameri per testimoniare la propria vicinanza al movimento pacifista”.

Come scrive oggi Libero, il generale del Pentagono Christopher Bogdan (che dirige il programma F35 per il dipartimento della Difesa Usa) aveva già mezzo piede sull’aereo per venire a festeggiare in Italia, quando ha ricevuto lo stop da parte di Lockheed e Alenia. Uno stop che, a quanto risulta, è stato caldamente consigliato dal ministero della Difesa italiano.

Ansa

Le bottiglie di spumante resteranno chiuse, dunque, ma giovedì prossimo la produzione decollerà la stesso. Lo stabilimento di Cameri, denominato Faco (Final Assembly and Check Out) è infatti la seconda “culla” di quello che è il più costoso programma aeronautico di tutti i tempi: l’Italia si è impegnata nell’acquisto di 90 caccia per circa 15 miliardi di euro. La casa madre del programma, lanciato da Lockeed Martin, è a Forth Worth, in Texas. Complessivamente è prevista la realizzazione di 4mila aerei, 90 per l’Italia (prima erano 131). Il costo dei primi aerei si aggira intorno ai 106 milioni di euro ad esemplare; con l’avanzare della produzione i prezzi dovrebbero scendere.

A Cameri, nella base militare dove è stata costruita una fabbrica di aerei con una spesa di circa 800 milioni di euro a carico dello Stato italiano, le maestranze di Alenia hanno cominciato da qualche settimana l’assemblaggio del primo supercaccia destinato all’aeronautica italiana. Per finirlo ci vorrà del tempo: come scrive il Sole 24 Ore, il completamento è previsto per il secondo semestre del 2015.

Oltre all’assemblaggio, a Cameri da alcuni mesi è partita la produzione di ali e cassoni. Ad oggi ci lavorano circa cento addetti, che potrebbero aumentare di 80-100 unità entro la fine dell’anno (secondo le stime di Alenia). Il 18 luglio la produzione farà un salto in più, con l’accensione della linea di assemblaggio del primo velivolo completo. A regime lo stabilimento potrà produrre fino a due velivoli al mese. Oltre a quelli italiani potrebbe realizzare anche gli 85 F35 “prenotati” inizialmente dall’Olanda, che però ora è in pausa di riflessione. In tutto sono una sessantina le aziende italiane coinvolte a vari livelli, da nord a sud, nel programma Joint Strike Fighter, capofila Alenia.

Per ora l’Italia ha firmato contratti d’acquisto per tre F35 e ha assunto impegni per almeno altri 3 velivoli. L’ordine originario era di 131 caccia, poi il governo Monti l’ha ridotto a 90.


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