Dimissioni al Viminale per il caso kazako

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ROMA — Chi lo ha incontrato al Viminale lo ha visto «commosso e provato». Il prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell’Interno, si è dimesso la sera prima che Angelino Alfano riferisse al Senato sul caso dell’espulsione, poi revocata, della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov. Avvicendamento invece per il capo della segreteria del Dipartimento di polizia Alessandro Valeri. Sono loro a pagare per primi per la vicenda di Alma Shalabayeva: dalla relazione del capo della polizia Alessandro Pansa emerge che erano al corrente di tutto, ma non hanno informato il ministro.
Nelle conclusioni dell’indagine interna viene anche chiamato in causa il dirigente dell’Ufficio immigrazione di Roma, Maurizio Improta, che dal prossimo 30 ottobre frequenterà il corso interforze per diventare dirigente superiore. «Ho fatto il mio lavoro, come ogni giorno, da sette anni — spiega —. Per onestà intellettuale ed educazione familiare sono abituato a dire sempre la verità e a non nascondermi dalle mie responsabilità».
Il caso Ablyazov ha scatenato un terremoto nel «governo» della polizia. Il ministro Alfano ha annunciato «una riorganizzazione complessiva del Dipartimento». Il prefetto Pansa ha ricevuto l’incarico da Alfano «di cominciare dalla Direzione centrale dell’immigrazione», ma il nuovo capo della Polizia si appresta a rivoluzionare tutti gli uffici-chiave.
Un’operazione già annunciata — adesso anticipata — che cambierà gli assetti ai vertici della polizia con una serie di avvicendamenti. Anche perché c’è da gestire un ufficio anziano: la guida della Direzione per l’Immigrazione e le Frontiere è vacante da giugno dopo che il prefetto Rodolfo Ronconi è andato in pensione. In meno di un anno dovrebbero lasciare per raggiunti limiti di età anche il vice capo della polizia Francesco Cirillo (Criminalpol) e Gaetano Chiusolo (Anticrimine) — anch’essi al corrente del caso Ablyazov, secondo Pansa —, Luigi Mone (Affari generali) e Stefano Berrettoni (Prevenzione).
Direzioni nevralgiche per la polizia. C’è poi la posizione del vice capo vicario Alessandro Marangoni, che il capo della polizia ha citato nella sua relazione sulla vicenda kazaka — era alla guida della polizia da reggente — che ora potrebbe accettare la Prefettura di Torino o Palermo. Fra gli agenti c’è preoccupazione. Il Sap, con il segretario generale Nicola Tanzi, sostiene che «a rimetterci sono ancora una volta i poliziotti: ogni questore si sentirà autorizzato a chiedere spiegazioni dopo aver ricevuto direttive».


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